Bilancio regionale, subito, poi il percorso verso nuove elezioni.
Questa la posizione presa ieri sera – ad ampia maggioranza, con 4 contrari e 6 astenuti – dal Conseil fédéral dell’Union Valdôtaine, riunitosi a Verrès.
Il comunicato che arriva dal “parlamentino” unionista è scarno, con il “Mouvement” a mettere sul tavolo le sue priorità: “In seguito alle dimissioni del presidente Fosson e alla crisi che ne è conseguita fa appello anzitutto alla responsabilità di tutte le forze politiche perché si voti, entro i tempi previsti per evitare l’esercizio provvisorio, il Bilancio regionale, documento fondamentale per gli investimenti, i servizi e le attività della Regione e delle collettività locali”.
Poi il richiamo al voto con le dimissioni ai consiglieri regionali richieste, ma solo in caso servano a raggiungere la maggioranza per congedare definitivamente la legislatura: “Il Conseil invita inoltre gli eletti dell’Union Valdôtaine a dare la disponibilità a dimettersi nel caso fosse utile per raggiungere le 18 firme necessarie per dare nuovamente la voce agli elettori”.
La spaccatura
Dietro i buoni propositi messi nero su bianco dal comunicato stampa però c’è dell’altro.
Anzitutto le tre ore “tese” di Comité fédéral che hanno anticipato – e fatto tardare – il Conseil stesso, durante il quale si è consumata la spaccatura con i consiglieri regionali, non proprio entusiasti all’idea di andare a nuove elezioni.
Il discorso è semplice: la proposta del Presidente Lavévaz mette sul tavolo il Bilancio approvato in tempi stretti, le dimissioni e le elezioni. Da piazza Deffeyes, invece, il tentativo sembra quello di voler trovare una maggioranza qualificata, quindi a 24 consiglieri per andare avanti con la legislatura.
Il rischio che vede all’orizzonte il “Mouvement”, però, è quello dell’esercizio provvisorio dal momento che le “spinte” dagli altri gruppi in Consiglio regionale per le elezioni sono troppo forti. Un “niet” dell’Uv potrebbe portare le altre forze a chiudere le porte al dialogo e far affondare definitivamente il Bilancio.
Punto in ordine del giorno che dal Comité non è passato al Conseil, e che ha gettato il malumore tra i consiglieri regionali unionisti che potrebbero anche – alla spicciolata – sfilarsi dal movimento.