Il 13 ottobre scorso, durante il “Vertical del Mont Mary”, era stato colto da un arresto cardiaco e salvato graziato all’intervento tempestivo del medico e all’impiego di un DAE. Per questo Davide Bochet ha pensato di donare al 118 cinque defibrillatori semiautomatici.
“Ho terminato la gara, mi sentivo piuttosto bene, mi preparavo a riposarmi e a godermi il ristoro – spiega, ancora emozionato, Davide Bochet – quando mi sono accorto di non riuscire più a vedere nulla. Tutto buio. Giusto il tempo di appoggiarmi ad un masso. Non ricordo altro. Ho avuto fortuna perché c’era tanta gente intorno a me e qualcuno si è accorto che avevo perso conoscenza. E poi, ma questa non è solo fortuna, c’era il dottor Cavoretto e c’erano i volontari e soprattutto c’era un DAE”.
Un defibrillatore è stato affidato al Sagf di Valtournenche, uno è stato installato in una teca nel centro di Saint-Pierre (paese in cui abita Davide) e tre sono stati consegnati al 118.
“È stato un intervento delicato e difficile come tutti i casi di arresto cardiaco – spiega il dottor Luca Cavoretto, il medico dell’emergenza (e anche rianimatore) che è intervenuto su Davide – ma comunque gestito secondo le procedure standard. Personalmente, ho iniziato subito le manovre di RCP (rianimazione cardiopolmonare, il c.d. “massaggio cardiaco”, ndr) insieme ai soccorritori della Guardia di Finanza che erano sul posto. Intanto i Volontari del soccorso di Valpelline, presenti per assistenza alla gara, hanno portato un DAE e in tempi brevissimi lo abbiamo utilizzato, riuscendo così a ricondurre il ritmo alla normalità. Poi, l’arrivo dell’elicottero, la presa in carico del Pronto soccorso che è sempre operativo per i casi gravissimi come questo, la sala operatoria e, infine, il ricovero in Unità coronarica, l’Utic. Mi sembra doveroso sottolineare l’importanza di avere un medico dell’emergenza, specificamente addestrato e preparato, nelle manifestazioni sportive e soprattutto in quelle che si svolgono in ambiente che presenta difficoltà di intervento rapido.”.
