Aosta, decise le linee guida per gestire il Caffè Nazionale

Dodici giorni dopo la scadenza della concessione (e la chiusura dei locali), la Giunta comunale del Capoluogo ha approvato gli indirizzi per la pubblicazione dell’avviso di manifestazione di interesse per lo storico locale sotto i portici con due ipotesi di gestione.
Il Caffè Nazionale in piazza Chanoux ad Aosta
Politica

L’iter, almeno per l’avvio della procedura, era stato promesso in fretta e ieri, dodici giorni dopo la scadenza della concessione (e la chiusura dei locali), la Giunta comunale di Aosta ha approvato gli indirizzi per la pubblicazione dell’avviso di manifestazione di interesse per il Caffè Nazionale.

Ieri la delibera nella quale si ufficializzano le direzioni del “mandato esplorativo” per trovare il nuovo gestore dello storico locale sotto i portici del Municipio.

L’ipotesi “A”

Due le linee tirate dall’Esecutivo di Aosta.

L’ipotesi A” – quella prioritaria – ha come criterio di aggiudicazione l’offerta economicamente più vantaggiosa e prevede degli “interventi manutentivi minimi da porre in essere” come il rifacimento dell’impianto elettrico dei locali al piano terreno stimato in 32mila 500 euro più Iva, i lavori di restauro della sala decagonale dall’ammontare stimato di 339mila euro più Iva e gli “onorari professionali” (ovvero la progettazione esecutiva, direzione lavori e coordinamento della sicurezza) per un importo stimato di 56mila euro più Iva.

A questo si aggiungono una serie di interventi migliorativia discrezione del proponente” ma sottoposti ad una successiva approvazione da parte del Comune e previo ottenimento delle necessarie autorizzazioni.

Amministrazione che mette in campo, per questa parte, anche una serie si agevolazioni come la riduzione per i primi 36 mesi di contratto del canone al 10% del valore, la cui cifra presunta – intesa come canone complessivo minimo, agevolazione compresa, per una durata di 15 anni – cuba a 980mila euro più Iva.

Altra agevolazione è sulla durata stessa del contratto, che va da un minimo di anni 15 ad un massimo di anni 25, mentre tra i vincoli il Comune si autoinserisce l’obbligo di predisporre in fase di gara (quindi dopo la manifestazione di interesse) un Piano Economico Finanziario da approvare.

L’ipotesi “B”

Più snella, invece, l’ipotesi “B”.

Il criterio di aggiudicazione resta lo stesso, quello cioè dell’offerta economicamente più vantaggiosa, ma a cambiare sono gli interventi manutentivi minimi da fare, che sono sempre rifacimento dell’impianto elettrico e gli onorari professionali che però cubano a 5mila euro stimati più Iva.

Le agevolazioni prevedono invece la riduzione per i primi 12 mesi di contratto del canone al 30% del valore presunto che, per un minimo di 5 anni e un massimo di 9 è invece di 342mial 624 euro più Iva.

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