Coronavirus, ecco come l’Usl immagina la gestione sanitaria nella fase 2

Il piano del collegio di Direzione dell’Azienda USL : dotarsi di un Covid Hospital, unificare al Parini l’unico presidio ospedaliero per acuti e riconvertire a lungodegenza e riabilitazione il Beauregard. Per la gestione epidemiologica dell'emergenza tamponi e test sierologici a tappeto a tutta la popolazione.
Il triangolo del Parini che potrebbe ospitare la acuzie del Beauregard
Società

Dotarsi di un Covid Hospital, unificare al Parini l’unico presidio ospedaliero per acuti e riconvertire a lungodegenza e riabilitazione il Beauregard. Sono i tre obiettivi immediati per l’area ospedaliera indicati nel piano emergenza Covid per la fase 2 predisposto dall’Azienda Usl e presentato in V Commissione.

Il documento ricorda come da inizio marzo all’interno del Parini sono stati trasformati 8.300 m2 ad aree covid, di cui 2.400 a contaminazione controllata e pressione negativa. Una situazione che, se è stata sostenibile durante il periodo di emergenza, non può proseguire a lungo.  La speranza inoltre è che in tempi brevi il numero di ricoverati covid cali. Se questo auspicio sarà confermato l’azienda ritiene insostenibile gestire i casi covid nella terapia intensiva o in uno o due reparti del Parini perché si correrebbe il rischio di rendere l’intero nosocomio regionale a rischio infezioni.

Da qui la necessità di individuare un ospedale Covid, per render il Parini Covid free. La scelta, come già indicato dall’unità di crisi in più occasioni, è ricaduta sull’Isav di Saint-Pierre che però al momento, a corto di personale, ha risposto picche. “Il problema del trattamento dei contagiati sarà una priorità ancora a lungo anche quando la diffusione del contagio perderà forza e il coronavirus diventerà un rischio sanitario sotto controllo.” L’Usl con la Regione prosegue le trattative con la proprietà dell’Isav e punta ad avere un ospedale Covid nel giro di due mesi. “L’ordine di grandezza temporale per la disponibilità del covid hospital sono mesi, non anni, quindi non si tratta di costruire ma di reperire. Pare quindi evidente orientarsi su strutture sanitarie già esistenti”. Il Beauregard è stato escluso perché “contenitore di funzioni  “acute” che dovrà essere oggettoo di una trasformazione più radicale che costa tempi meno rapidi e non compatibili”.

Al Covid Hospital l’Usl immagina la presenza di un pronto soccorso, posti letto a contaminazione controllata (compresi degenza dialisi, carceraria e psichiatrica per quanto possibile), posti letto per la rianimazione e radiologia a contaminazione controllata, un laboratorio, una farmacia, magazzini sporco e pulito ma anche una morgue. 

Il secondo obiettivo del piano è di far diventare invece il Parini l’unico presidio ospedaliero per acuti perché l’emergenza Covid ha “fatto emergere in modo ancor più rilevante del passato la criticità della divisione delle acuzie sui due presidi” di via Ginevra e del Beauregard.  Secondo il piano Usl è impensabile attendere la realizzazione del presidio unico regionale, che sarà pronto non prima del 2030.

L’intervento di unificazione degli acuti avrebbe, secondo il documento dell’Usl, l’obiettivo di aumentare la sicurezza dei pazienti, visto che al Beauregard non c’è una rianimazione, di migliorare l’utilizzo delle risorse umane e anche di migliorare i percorsi sanitari dedicati ai pazienti.
“Nel breve termine si ritiene di realizzare l’ampliamento del Parini cosiddetto “Triangolo” datato anno 2009, dove possono trovare collocazione tutte le acuzie oggi ospitate al Beauregard”. E’ qui che il piano ipotizza di collocare la pediatra. l’ostetricia, la ginecologia, il pronto soccorso ostetrico ginecologico e quello pediatrico, la terapia intensiva neonatale ma anche il blocco parto. 

L’investimento totale previsto per lavori, arredi e attrezzature è di 15 milioni di euro mentre le tempistiche variano, a seconda del tipo di ristrutturazione prevista o di nuova costruzione, da 8 a 18 mesi.

Una volta completato il trasferimento al Parini di tutte le acuzie, si potrà pensare di trasformare il Beauregard per le funzioni di lungodegenza e riabilitazione nonché di psichiatria. Qui il costo stimato è di 20 milioni di euro, mentre la durata dei lavori di adeguamento sono stimati in circa 20 mesi.

Nel piano sanitario per la Fase 2 rientra anche la gestione epidemiologica dell’emergenza.

L’esigenza evidenziata dal collegio di direzione dell’azienda Usl è di riorganizzare l’attività del laboratorio aziendale, anche attraverso il supporto degli altri laboratori presenti, sul territorio pubblici (Istituto Zooprofilattico, ARPA ecc. ) e privati. L’obiettivo è di arrivare a “tamponare” tutta la popolazione valdostana. Per farlo “occorre formare e organizzare il maggior numero di squadre possibili di operatori sanitari per l’effettuazione dei tamponi e dei test sierologici, anche attraverso prelievi Drive In. Accanto ai test andrà sperimentato l’utilizzo dell’App per il monitoraggio immunologico dei cittadini valdostani. L’App a cui pensa l’Usl utilizza sia il Gps che alcuni sensori presenti nei dispositivi, affinché possano essere tracciati nuovi focolai di Covid-19. L’app è in grado di monitorare gli spostamenti effettuati dalla persona che risulterà positva al Covid-19 e di rintracciare e avvertire tempestivamente coloro che gli sono stati vicino nei giorni prima del contagio.

Infine il piano prevede la riorganizzazione dell’area territoriale e lo sviluppo della telemedicina.

“Le difficoltà dimostrata dall’attuale modello di gestione delle strutture socio-assistenziali residenziali regionali ai fini della dimissione ospedaliera ed ai fini dell’assistenza ad anziani sempre più critici e non autosufficienti – si legge nel piano –  non fanno che confermare e richiedere un’accelerazione nella realizzazione del progetto di trasformazione della struttura di Variney e progressivamente nel potenziamento di due ulteriori socio-sanitario residenziali in alta e media/bassa valle”. Progetto quest’ultimo già in itinere con la micro di Perloz e quella di Morgex.
Il piano della fase 2, secondo il collegio di Direzione dell’Azienda USL della Valle d’Aosta, avrà bisogno di una “governance stabile che possa gestire la transizione dalla situazione attuale a quella futura e riadattare l’offerta sanitaria negli ambiti della Prevenzione, dell’ospedale e del territorio per i cittadini valdostani con un orizzonte temporale che ricomprenda almeno tutto il corrente anno e quello successivo”.

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