Scuola, i Professori senza cattedra: “Il precariato non è un problema dei soli docenti”

Gli insegnanti precari valdostani delle scuole secondarie, in una nota, spiegano come "Nell'ottica di mettere sempre al primo posto gli alunni, la tutela di questi ultimi non possa prescindere dalla stabilizzazione del precariato storico della scuola".
Manifestazione dei Professori senza cattedra
Società

Un confronto, quello tra i “Professori senza cattedra” e l’Assessora Chantal Certan, “importante” ma “ad oggi privo di risposte concrete e adeguate”.

A dirlo è il gruppo di insegnanti precari valdostani delle scuole secondarie, a seguito dell’incontro dello scorso tre giugno. In una corposa nota i docenti chiedono certezze: “Nell’ottica di mettere sempre al primo posto gli alunni – spiegano –, la tutela di questi ultimi non possa prescindere dalla stabilizzazione del precariato storico della scuola e dalla ricerca di una soluzione a quella che ormai viene definita una ‘supplentite’ che affligge anche la scuola valdostana da molti anni ormai e che oggi è resa ancora più grave dall’emergenza sanitaria in atto e per questo necessita di una risposta immediata. Supplentite che penalizza innanzitutto i ragazzi non garantendo la continuità didattica”.

Settembre e la cattedra che non c’è

“Nonostante l’emendamento alla procedura concorsuale straordinaria (che sostanzialmente è una riproposizione di quella precedente con la tramutazione dei test a crocette in quesiti a risposta singola di natura puramente nozionistica) – scrivono ancora gli insegnanti – che dovrebbe essere svolta in autunno, emergenza sanitaria permettendo, il 1° settembre comunque vi sarà un numero altissimo di cattedre vacanti (i docenti precari verranno assunti presumibilmente soltanto da metà settembre) proprio quando si dovrà  predisporre una programmazione di lungo periodo per supportare i ragazzi nella difficile fase di transizione tra DAD e eventuali lezioni in presenza e un recupero degli apprendimenti, e tutto ciò ovviamente andrà a penalizzare la qualità dell’insegnamento”.

Se da un lato le necessità sono quelle di potenziare gli organici, dall’altro, collegata, c’è anche una “grana alunni”.

I Professori senza cattedra, infatti, spiegano: “Il numero di alunni per classe dovrà essere necessariamente ridotto (abbiamo anche qui in Valle classi numerose composte, in alcuni casi, da 28 alunni con un distanziamento minimo tra i banchi che spesso non ci consente nemmeno spostamenti idonei per svolgere le verifiche) e ciò richiederà necessariamente un ampliamento degli organici per garantire una didattica esclusivamente in presenza e in sicurezza. In caso contrario, non vi potrà che essere un ricorso alla DAD con tutte le problematiche che comporterà ancora per i ragazzi, in termini sia di apprendimento sia di socialità, e per le famiglie che, essendo impegnate nell’attività lavorativa, avranno oggettive difficoltà nel seguire i propri figli”.

La soluzione? “Queste problematiche – scrivono i docenti – avrebbero potuto essere risolte con la stabilizzazione del precariato valdostano attraverso non una sanatoria ma un concorso per titoli e servizio: la creazione di una graduatoria per titoli da cui attingere che avrebbe permesso di coprire le cattedre fin dal 1° settembre, il conseguimento dell’abilitazione all’insegnamento durante l’anno scolastico 2020/2021 che avrebbe permesso ai precari di affinare le competenze maturate durante i 10/15 anni di servizio che alcuni hanno alle spalle e una prova finale selettiva in cui valutare le competenze maturate sul campo”.

Precariato fisiologico e precariato ideologico

Un “precariato fisiologico” – cui aveva fatto riferimento Certan il giorno della manifestazione dei Professori senza cattedra – non è il problema. I Professori senza cattedra spiegano infatti come la loro battaglia sia contro “quello reale relativo a cattedre vacanti disponibili per il passaggio in ruolo e che attualmente ammontano a cifre molto alte e significative: soltanto per le scuole secondarie 97 posti (di cui 26 posti di sostegno) da coprire mediante assunzioni da concorso straordinario e ulteriori 69 posti (di cui 24 posti di sostegno) da coprire mediante concorso ordinario”.

In soldoni, si parla di cattedre vacanti pari al 60% considerando anche il sostegno senza contare quelle “non messe a concorso”. Il che porterà, con settembre, “almeno 166 posti da coprire con contratti a tempo determinato e in larga misura soltanto da metà settembre (oltre al precariato fisiologico cui fa riferimento l’Assessore), quando invece si avrebbe la possibilità di sfruttare e valorizzare parte delle professionalità già esistenti che operano nella scuola valdostana da anni e che potrebbero essere in cattedra già dal 1° settembre”.

“Considerata la situazione – spiegano ancora gli insegnanti precari -, le dichiarazioni dell’Assessore Certan appaiono dunque non fisiologiche ma ideologiche, vista la complessa e difficile condizione dei supplenti valdostani”.

Un’isola infelice?

Un problema grave, spiegano ancora gli insegnanti, che ora ha bisogno di soluzioni tangibili: “È necessario iniziare ad adottare misure efficaci e rispondenti alle urgenti esigenze del mondo della scuola, senza ostinarsi a considerare la Valle d’Aostaun’isola felicein Italia per numero e dimensioni del fenomeno – chiude la nota – poiché i dati smentiscono tali ingiustificate prese di posizione. Continueremo a ‘lottare’ fino a quando non avremo risposte reali e concrete. Il precariato non è un problema dei soli docenti, ma dell’intero mondo scolastico e prima di tutto dei nostri studenti, e per questo non può continuare a essere ignorato”.

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