Solo 400 metri in linea d’aria separano le piazze Chanoux e Roncas, nel centro storico di Aosta. Una distanza che ieri alle 18 è diventata ben più ampia, traslandosi sul fronte politico, quando i due spazi hanno ospitato da una parte il leader della Lega Matteo Salvini e dall’altra i suoi contestatori.
Se nel “salotto buono” di Aosta, a sostenere il frontman del Carroccio, c’erano 1500 persone, nella grande spianata fresca di ristrutturazione, di fronte al Museo Archeologico regionale, se ne sono radunate circa 150. Tra i manifestanti, tutti con mascherina e distanziati, sono spuntate tante bandiere arcobaleno e alcuni cartelli di protesta e non – “49 milioni di ragioni per stare qua”, “Se sei neutrale in situazioni di ingiustizia hai scelto la parte degli oppressori”, “Nel mondo vorrei meno fascisti del cazzo e più gay”, “Tutti gli esseri umani nascono liberi e uguali in dignità e diritti” – oltre al grande striscione “Per la legalità”.
La manifestazione “Aosta non si Lega”, promossa da numerose associazioni, movimenti e forze politiche, non è stata comunque teatro di comizi o spot elettorali, ma ha accolto numerosi interventi, per oltre un’ora, con i quali pacificamente e in maniera apartitica è stato ribadito come “la Valle d’Aosta, regione democratica, antifascista e antirazzista, medaglia d’oro per la Resistenza, non possa tacere davanti al tentativo sovranista e populista di mettere in discussione i principi basilari della sua esistenza”.
Finito il giro degli interventi, una giovane violinista ha eseguito Bella Ciao un paio di volte, prima che un gruppetto di giovanissimi si trasferisse in Piazza per cantarla nuovamente sotto il palco che ospitava Matteo Salvini. La polizia, schierata in zona, si è frapposta tra i manifestanti, il palco e il pubblico, onde evitare potenziali disordini. Nel frattempo, uno striscione con la scritta “No Lega Bella Ciao” è stato srotolato dal balcone del primo piano del Municipio, sovrastante la piazza, da una persona con la tuta rossa e la maschera di Dalì, divisa indossata dai protagonisti della celebre serie spagnola “La casa di carta”. La fine del comizio della Lega e la pioggia battente hanno quindi sciolto definitivamente le tensione residua, spingendo sostenitori e contestatori a rientrare a casa pacificamente.