L’ultima giornata del Tor in Gamba è stata bagnata dalla pioggia, ma all’arrivo di Courmayeur, ieri mattima, i dieci protagonisti hanno ricevuto un’accoglienza speciale: per loro la passerella da piazza Brocherel a Chalet de l’Ange tra gli applausi del pubblico. Si chiude quindi una grande sfida, un progetto che ha messo al centro il messaggio legato all’inclusione degli amputati attraverso il mondo dello sport. Un’iniziativa che, archiviato il successo dell’edizione zero, guarda già al 2021.
“Abbiamo un sogno nel cassetto – ha spiegato Danilo Barmaz, presidente dell’ASD Team3gambe in spalla – che è quello di trasformare a piccoli passi, la Valle d’Aosta in una palestra a cielo aperto per quei soggetti che hanno dovuto fare i conti con l’amputazione di un arto. Abbiamo dimostrato che attraverso lo sport, si possono ritrovare stimoli e motivazioni per tornare alla vita piuttosto che rassegnarsi alla sedentarietà”.
Ma a Courmayeur è stato anche tempo di bilancio. “Considerate le tempistiche con cui abbiamo messo in piedi questo progetto e le ulteriori difficoltà dettate dal Codiv-19 – ha aggiunto il presidente Barmaz – possiamo parlare di un progetto riuscito. Ne abbiamo avuto riscontro nel sostegno dei tanti che anche attraverso i social hanno sostenuto questa iniziativa e soprattutto gli atleti. Da qui speriamo di aver sensibilizzato anche potenziali nuovi partner con i quali pensare al 2021”.
A traghettare il Tor in Gamba a Courmayeur è stato il paralimpico toscano dell’atletica leggera Andrea Lanfri che, avuto via libera sul ritmo da tenere, ha coperto la frazione da Tsa di Merdeux al rifugio Bertone in 3 ore e 7′. Poi, dal Bertone, è stata una parata trionfale sino a piazza Brocherel dove il gruppo si è riunito e, insieme, è giunto al traguardo dello Chalet l’Ange. A mettere il cappello alla giornata, le lacrime all’arrivo di Francis Desandré che oltre a essere stato nel gruppo dei dieci, ne è stato anche l’ideatore.
“Assistere alla realizzazione di un progetto a cui si è pensato per lungo tempo, genera una grande emozione. Speriamo che questo progetto possa essere condiviso in maniera più ampia e che molti altri possano unirsi a noi in futuro”. Giornata di emozioni forti anche per Moreno Pesce, l’altro ideatore del Tor in Gamba. “Vedere tutte quelle persone all’arrivo è stato emozionante. Non mi aspettavo un’accoglienza simile. Altra cosa importante – ha aggiunto – è aver dimostrato a tutti che anche nella nostra condizione è possibile vivere un’esperienza come quella del Tor”.