Oggi come oggi sempre più persone che decidono di avviare un’attività in proprio optano per l’apertura di una Partita Iva come lavoratori indipendenti piuttosto che aprire una società vera e propria. Il motivo principale è economico: aprire una società comporta infatti il versamento di capitali, spese e oneri complessi che vanno gestiti da figure specifiche che vanno quindi pagate di più rispetto a quanto costerebbero per la gestione di una Partita Iva, e il pagamento di altre imposte previste di legge.
L’apertura stessa di una Partita Iva rispetto ad una società è molto più semplice: nel primo caso basta infatti andare dal commercialista, senza doversi recare da un notaio, come accade invece per la costituzione di una società. È chiaro che in molti casi con la Partita Iva è maggiore il rischio personale, mentre con la società questo è limitato, ma chiudere una partita IVA ha un costo veramente molto limitato, cosa che non vale per la chiusura di una società.
I lavoratori dipendenti
Quando si parla di “lavoratori indipendenti”, in riferimento a persone che lavorano con una Partita Iva, facciamo riferimento in realtà a diverse tipologie di lavoratori che si distinguono gli uni dagli altri per differenze più o meno ingenti, ma in ogni caso legalmente distinti.
Il freelance, o lavoratore autonomo, è una persona fisica che compie un determinato lavoro o servizio nei confronti di un committente. Questa figura è molto spesso iscritta ad un albo professionale. Quello che si definisce comunemente “libero professionista” si distinguere per offrire normalmente contenuti intellettuali. In questo caso il regime prevede la tassazione dei soli compensi incassati.
Un’altra forma di lavoro indipendente è rappresentata dalle imprese individuali: il lavoratore indipendente che è “imprenditore individuale” è sostanzialmente un artigiano o un commerciante che svolge un servizio professionale in quanto persona fisica.
A cambiare, oltre alle forme giuridiche, sono anche i regimi fiscali. In base ai casi sarà il commercialista a consigliare, fra i diversi a disposizione, quello che meglio si adatta alle esigenze del lavoratore indipendente.
Aprire un conto corrente business: sì o no? E perché?
Secondo quanto stabilito dal Decreto Bersani del 2008 non tutti i detentori di Partita Iva sono obbligati per legge all’apertura di un conto corrente di tipo aziendale. È chiaro, tuttavia, che la maggior parte dei lavoratori indipendenti scelgono di aprirne uno per una più facile gestione dei flussi di denaro. Negli ultimi anni sono sempre di più i professionisti che scelgono un conto corrente online Qonto. Maggiori dettagli in merito a conti correnti aziendali e partite iva si possono leggere qui: https://qonto.com/it/freelancers/conto-corrente-partita-iva. Qonto è quella che si può definire oggi una soluzione finanziaria e contabile innovativa, alternativa a qualunque altra e di certo probabilmente la migliore per la gestione delle finanze legate al business.
Questo istituto di pagamento nato in Francia nel 2017, infatti, ha sviluppato una proposta completa a 360 gradi non solo per le società, ma anche per i professionisti e titolari di partita IVA che decidono di aprire un conto corrente aziendale, grazie a prodotti e piani tariffari differenziati per rispondere in maniera adeguata alle diverse esigenze di ogni attività imprenditoriale.
La serietà e l’affidabilità dell’istituto e del personale di assistenza alla clientela, si affiancano ad una serie di servizi pratici e performanti per la gestione dei flussi di denaro in entrata e in uscita dal conto corrente. Bonifici multipli, un’operatività 100% online, un servizio clienti efficiente, funzionalità specifiche, rendono Qonto un valido alleato per gestire al meglio le finanze della propria attività.