Le dimissioni di Pietro Giglio e Mario Ogliengo dalla presidenza delle Guide Alpine di Alta Montagna del 17 dicembre hanno portato uno sconquassamento all’interno della categoria valdostana, che ora rischia il commissariamento. Alla scadenza del termine per le candidature, giovedì 31 dicembre, infatti, l’unica candidatura pervenuta è stata quella di Enrico Bonino il quale, però, non era riuscito a trovare un vice. Con il risultato che, come previsto dallo statuto, la candidatura non è stata ritenuta valida: lo spettro del commissariamento è temporaneamente scongiurato, visto che i termini sono stati prorogati fino al 1° febbraio.
“Ammetto di essere amareggiato dal fatto che, su 246 guide, nessuno abbia voluto fare un passo avanti ed impegnarsi a cambiare e risolvere i problemi della nostra categoria, non per forza insieme a me”, commenta Enrico Bonino. La guida valdostana non demorde e si auspica un ampio coinvolgimento: “È il momento di cambiare mentalità e fare gruppo, lasciando da parte gli individualismi ed i campanilismi e ragionando in maniera unitaria. Voglio cambiare il modus operandi del mondo delle guide valdostane, bisogna lavorare come categoria ed andare nella stessa direzione. Le rivalità tra le diverse società sono anacronistiche, è una guerra dei poveri che non fa bene a noi ed alla Valle d’Aosta”.
Bonino era stato uno dei principali critici della posizione di Giglio sull’ordinanza che impone la presenza di una guida o di un maestro di sci per praticare lo scialpinismo. La sua visione è quella di una collaborazione con l’apparato turistico ed economico della regione: “Noi guide possiamo aiutare a differenziare l’offerta turistica della Valle d’Aosta, ancora troppo legata agli impianti di risalita, offrendo una grande varietà di attività all’aria aperta. Siamo diventati un’attività cosmopolita, è ora di costruire qualcosa di nuovo tutti insieme”.