Qual è stato l’impatto della pandemia sulle attività delle località turistiche valdostane? Se per bar, ristoranti e alberghi la risposta è purtroppo chiara e univoca, per quanto riguarda invece le agenzie immobiliari gli effetti della pandemia sono stati spesso inaspettati e in molti casi contraddittori.
Come spiega Sandro Goldoni, dell’agenzia Gressoney Revalpes, “il numero di richieste è aumentato, nonostante non ce lo aspettassimo. Si sta infatti rivalutando l’idea di avere una seconda casa in regioni montane e turistiche come la Valle d’Aosta, per trovare una via di fuga e uno sfogo che la città non permette. Già normalmente questo spirito motivava molti acquisti di immobili nella nostra regione, ma il covid ha rimescolato le idee e velocizzato l’acquisto per tanti che avevano già progetti per il futuro”. Anche la Federazione Italiana Agenti Immobiliari Professionali (FIAIP) Valle d’Aosta testimonia che “l’onda emotiva conseguente alla clausura forzata ha smosso il mercato delle seconde case, in particolare nei primi periodi dopo il lockdown della scorsa primavera”.
Si tratta nella quasi totalità di casi di residenti in altre regioni, come spiega Gianluca Filippi di Engel&Völkers, agenzia che opera in Valdigne e che ha registrato un aumento del numero di compravendite e una crescita delle quotazioni immobiliari: “Il 99% dei clienti proviene da fuori Valle, in particolare dalla Lombardia e in alcuni casi da Torino. Gli affitti inoltre sono stati rinnovati sull’onda lunga del lockdown, che ha spinto molti locatari a rimanere nella nostra regione lavorando in smart working”. Certo, spesso molti progetti sono andati in fumo a causa dell’inasprirsi delle restrizioni e del divieto di spostamento tra regioni. Molti turisti, però, non si sono lasciati scoraggiare neanche dalla mancata apertura delle stazioni sciistiche e hanno ripiegato su attività alternative, come il fondo, lo sci alpinismo o le passeggiate sulla neve.
La FIAIP avverte però di non confidare eccessivamente su questi segnali positivi e mostra un quadro della situazione più realistico e allarmante: “Si tratta con ogni probabilità di un fenomeno emotivo conseguente alla clausura che, considerata la situazione generale dell’economia, difficilmente potrà protrarsi a lungo”. Da un lato, preoccupa l’aggravarsi della situazione economica generale, per cui sono rimaste in poche le persone in grado di accumulare risparmi sufficienti per l’acquisto di un immobile. L’altro fattore da considerare è poi la crisi del settore turistico, di cui le agenzie immobiliare potrebbero presto risentire in modo significativo, come registra la FIAIP: “La crisi sanitaria nella nostra regione ha messo in particolare difficoltà le categorie di lavoratori impiegate nel settore del turismo e dell’indotto dello stesso. Alcuni soggetti, come quelli impiegati nella ristorazione e nell’alberghiero, ora sono considerati a rischio dalle banche e, se questa situazione dovesse perdurare ancora a lungo, la cerchia dei non accreditabili si allargherebbe inevitabilmente”.
Rino Pascarella, dell’agenzia S. Grato-Breuil Cervinia, testimonia il disagio di uno tra i settori più penalizzati dalla pandemia: “Dopo il crollo di vendite a causa della crisi del 2008, ci avevamo messo dieci anni per riprenderci e ormai da due anni si lavorava bene. Con la pandemia, però, le vendite e gli affitti si sono quasi azzerati. Per fortuna abbiamo potuto lavorare molto nella scorsa estate, anche se abbiamo dovuto contare più sugli Italiani che sugli stranieri, che invece prima della pandemia costituivano il 95% della nostra clientela”.
Ancora una volta, il grosso degli introiti viene rimandato alla stagione estiva, su cui tutte le agenzie delle principali località turistiche valdostane ripongono grande fiducia e speranza, come rivela Sandro Goldoni: “Molti clienti stanno già facendo programmi per l’estate e sono speranzosi che ci si possa spostare. La montagna infatti è vista come una meta più facile da gestire rispetto alle lontane località turistiche sul mare”.