Abbiamo letto l’ampio articolo che Luca Ventrice ha dedicato, il 15 maggio su AostaSera, al tema dell’Ospedale. Plaudiamo all’attenzione finalmente dedicata a quello che per noi dovrebbe essere, in questo periodo, l’argomento cardine per amministratori e valdostani. Solo se si capisce come garantire la migliore salute possibile per tutti si può pensare anche al resto. Da queste breve considerazioni è nato, ben prima del Covid, il Comitato ValléeSanté.
Rileviamo, tuttavia, alcune imprecisioni nell’articolo medesimo, non secondarie, che riteniamo corretto segnalarvi.
Sin dal sottotitolo emerge una piccola distorsione. Il giornalista scrive – … il dibattito sull’ospedale è esploso nuovamente (…) complice l’emergenza sanitaria, che ha riportato in auge le fazioni … – Permetteteci di dire che il dibattito non è esploso grazie all’emergenza sanitaria, ma perché la consegna delle firme per la petizione di un Nuovo Ospedale, promossa dal Comitato, ha portato in Consiglio la discussione sulla tematica.
Il riferimento alle “fazioni”, poi, ci pare fuorviante perché il termine assume, in genere, una connotazione tendenzialmente negativa. Nel dizionario Garzanti “fazione” vuol dire – setta, partito politico che nutre accesa intolleranza verso gli altri partiti. Non è il nostro caso. Non siamo né una setta, né un partito politico, ma soprattutto non nutriamo nessuna intolleranza verso nessuno. Lo testimoniano i 20 incontri che come Comitato abbiamo avuto soltanto nel corso del 2021 con organismi vari, sindacati, partiti politici, ordini professionali, ecc. ecc. ed altri 15 nel 2020.
Ci ha stupito la sottolineatura legata al sito da noi individuato come più idoneo per realizzare il Nuovo Ospedale (in realtà lo aveva già individuato lo studio dell’ing. Quaranta ad inizio anni ’90 per conto dell’allora Giunta Bondaz …) il giornalista scrive – … terreno di proprietà del comune, che però non sembra essere favorevole alla potenziale nuova costruzione. Può anche darsi che il Comune non sia favorevole, ma questa posizione non è emersa nell’incontro che il 28 gennaio come Comitato abbiamo con la Giunta del Comune di Saint-Christophe. In quell’occasione gli amministratori incontrati avevano evidenziato alcune criticità tecniche, ma nessuna obiezione sostanziale rispetto all’ipotesi di Nuovo Ospedale in un’area già destinata ad attività pubblico-commerciali che, comunque, non è di proprietà comunale, ma di privati.
Ma la cosa che più ci lascia perplessi è quella dell’exit-strategy che proprio non capiamo da dove sia uscita. Tra le tante opzioni possibili per il riuso del Parini abbiamo ipotizzato anche la parziale riconversione in Casa della Salute od Ospedale di Comunità, ma mai si è parlato di – un eventuale nuovo edificio ospedaliero realizzato nelle vicinanze del Parini.
Per quanto riguarda i fondi abbiamo le idee molto chiare. Realizzare un ospedale nuovo costa 350.000,00 euro a posto letto. Se pensiamo di aver bisogno di 400 posti letto il totale fa 140 milioni di euro. Chiavi in mano. Arredi ed attrezzature tecnologiche comprese.
Nel caso della ristrutturazione/ampliamento i costi non sono definibili perché lo studio COUP-BOCCONI parla di 170 milioni più gli oneri di spostamento dei reparti dal Parini all’eventuale corpo Nuovo e … senza oneri accessori (arredi, tecnologie, ecc. ecc.), a cui dovranno essere aggiunti quelli per adeguare gli attuali (vecchi) progetti e per rimodulare l’area a polo museale.
E sui tempi altro piccolo errore. Nel nostro Progetto prevedevamo di poter entrare nel Nuovo Ospedale nel 2030. E’ vero, da qui ad allora ci sono quasi 10 anni, ma di questi solo 4 servono per edificare l’Ospedale, due anni pensiamo siano necessari per una approfondita analisi dei bisogni sanitari della popolazione, per un’accurata e doverosa consultazione degli stake-holder, la riorganizzazione della rete dei servizi socio-sanitari con i quali l’Ospedale deve interfacciarsi in modo integrato e 3 anni per i progetti, le gare di appalto e gli espropri.
Abbiamo ritenuto necessario questo nostro intervento di precisazione perché in questi due anni e mezzo di attività ci siamo resi conto che su questa “Odissea “che dura da più di 30 anni c’è molta disinformazione e in alcuni casi “mala-informazione”.
Nella speranza di contribuire a garantire un buon servizio ai lettori ed ai valdostani vi ringraziamo per l’articolo e ribadiamo di essere a vostra completa disposizione per ulteriori chiarimenti
COMITATO
ValléeSanté2030
Gentili,
Anzitutto vi ringrazio per l’attenzione, non certo scontata. In secondo luogo, mi trovo sì a precisare a mia volta, ma anche a darvi atto di una leggerezza imperdonabile da parte mia che ho già provveduto a correggere. Non per altro, ma perché chi leggerà l’articolo in questione, in futuro, possa averne una versione corrispondente al vero.
Andiamo con ordine. Premesso che trovo un po’ inconsueto dare a “fazioni” il suo significato letterale perché è eminente, a mio vedere, che il senso tende semplicemente a contrapporre visioni incompatibili. Ciò detto – ma credo sia sentimento comune – senza scomodare “sette” o “intolleranze” di sorta. Ma tant’è, non mi pare questione esiziale.
In relazione a questo passaggio “Permetteteci di dire che il dibattito non è esploso grazie all’emergenza sanitaria, ma perché la consegna delle firme per la petizione di un Nuovo Ospedale, promossa dal Comitato promossa dal Comitato, ha portato in Consiglio la discussione sulla tema” è essa stessa, a mio vedere, estremamente riduttiva. Il dibattito, che l’emergenza Covid ha reso ancor più attuale, non riguarda Voi né la politica. Riguarda l’opinione pubblica. E, a maggior ragione sui social, la questione è riemersa con continuità inequivocabile. Ergo, mi spiace, ma non si parlava di voi in premessa di articolo, come non si parlava della politica. Della quale, infatti, parlo appena dopo.
Altra cosa, invece, è il mio errore, del quale mi scuso nuovamente. L’exit strategy che contestate, effettivamente non è tale. Dalle Commissioni congiunte emerge infatti che “qualora venisse realizzata una nuova struttura ospedaliera, l’attuale ospedale ‘U. Parini’ potrebbe ospitare uffici regionali oggi dislocati sul territorio, con un risparmio per l’Amministrazione regionale di circa 570 mila euro all’anno di canoni passivi d’affitto”. Quindi non, come ho scritto, nel caso si procedesse nell’ampliamento. Abbiamo come dicevo sopra già provveduto a correggere.
Non mi sento preso in mezzo dal passaggio che parla di “molta disinformazione e in alcuni casi ‘mala-informazione’” che citate, anche perché ringraziate AostaSera per l’articolo. Non vi nascondo che la cosa mi solleva.
Le idee esposte, infine, soprattutto sui costi, non fanno però parte di un progetto. Anche perché, essendo un comitato spontaneo non è – giustamente – di vostra competenza una progettazione di dettaglio, ma si basa (giocoforza) sul parallelo con altre strutture. Non è certo un’accusa, ma un dato di fatto. Perché, ripeto, non è vostro compito progettare un nuovo ospedale.
Un piccolo appunto, infine, vorrei avanzarlo anch’io. Quando – in mail, non nella nota allegata – scrivete che la vostra precisazione nasce “Non riuscendo a metterci in contatto con il suddetto giornalista”, specifico che vi ho cercati venerdì, prima della pubblicazione del pezzo, al numero di cellulare che avete indicato sulla vostra pagina Facebook “ValléeSanté2030”. Numero che consideravo riferimento per contattarvi. Non avendo ricevuto risposta alcuna, né essendo stato richiamato, ho evidentemente malinteso anche quello. Che fosse, cioè, un numero al quale riferirmi per ottenere informazioni.
Luca Ventrice