I Sindaci valdostani chiedono regole chiare per le strade poderali

Il dato è emerso dall'Assemblea del Cpel. Le poderali valdostane, negli anni, hanno visto un aumento di traffico e turismo ed ora serve dirimere il "nodo" sulle responsabilità. La Regione promette approfondimenti, ma il tema normativo non è semplice. Il Presidente Manes: "In Italia manca una Legge sulla montagna".
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Politica

Senza colpo ferire, con una doppia votazione all’unanimità, i sindaci valdostani danno il loro parere positivo al nuovo Piano delle politiche del lavoro prima, e all’elenco previsionale degli interventi, per il 2021 e per il triennio 2021/2023, da affidare a soggetti esterni all’Amministrazione regionale per la cura e ricostituzione di aree forestali, la realizzazione e manutenzione di viabilità forestale ed agli interventi di manutenzione e ripristino della viabilità minore.

Punto sul quale, però, il Cpel – il Consiglio permanente degli Enti locali -, nell’Assemblea di questa mattina, chiede alla Regione unosforzo normativoin più, per un problema annoso: le gestione delle strade poderali e le responsabilità ad esse collegate.

A sollevare la questione, rivolgendosi all’Assessore all’agricoltura Sapinet, è la Vicesindaca di Champdepraz Lucia Bertorello: “Sul nostro territorio – ha spiegato – abbiamo grandi problemi su per le poderali, perché essendo in gran parte all’interno del parco del Mont Avic vengono percorse da un alto numero di persone. Come possiamo aiutare il Consorzio fondiario nella gestione, o per far diventare queste strade non dico comunali ma percorribili da tutti?”.

Non solo: “Il problema, per noi, è urgente – prosegue Bertorello – perché in alcune frazioni ci sono case che si affittano ai turisti. Abbiamo strade ormai tutte asfaltate, ma il traffico in estate è parecchio. Strade che non hanno né le dimensioni né le infrastrutture di sicurezza necessarie”.

Discorso ben noto a Guido Théodule, sindaco di Saint-Denis: “Sulla questione delle responsabilità so bene di cosa si parla, visto che fui denunciato per imperizia per un fatto che non c’entrava nulla con il Comune. Spero si possa affrontare seriamente questo argomento con celerità. Nei nostri comuni ci sono attraversamenti, a volte anche di ru, e si discute con soggetti diversi per capire di chi sia la responsabilità. Inoltre, c’è una crescita esponenziale di frequentatori di questi luoghi e con tutti i mezzi possibili. Anche dal punto di vista turistico dobbiamo dirimere quanto prima la questione della responsabilità”.

Gli approfondimenti della Regione

Un impegno non semplice, ma dalla Regione fanno sapere che si cercherà dare risposta, come spiega l’Assessore Davide Sapinet: “Sulle poderali c’è molta confusione. Per noi una strada sterrata è una poderale, invece ci sono molte classificazioni. Servirà mettere mano alla legge che le regolamenta, perché queste vie hanno oggi anche una nuova finalità turistica, basti pensare all’avvento delle e-bike, ma anche alla di vendita dei prodotti tipici. L’analisi sta coinvolgendo tre assessorati, abbiamo iniziato un confronto con alcune altre regioni dove si è normato, ma in base a semplici regolamenti. Grazie al senatore Lanièce stiamo lavorando perché la questione venga presa in oggetto anche a livello nazionale”.

“C’è poi il discorso della percorribilità dei veicoli a motore sulla poderale – aggiunge l’Assessore -, che vedo un po’ più difficile, perché sappiamo che un veicolo a motore può passare se del proprietario o di chi ha un permesso. Stiamo approfondendo la questione, la norma è particolarmente complessa e la soluzione non può essere quella di chiudere le poderali. Condivido anche discorso responsabilità. A Saint-Nicolas (Sapinet ne è stato sindaco per dieci anni, fino al settembre 2020, ndr.) abbiamo avuto un percorso processuale di 11 anni per un caso che vedeva l’Amministrazione totalmente inerme. Condivido che vadano definite le responsabilità”.

Una Legge per la montagna

Impegni regionali a parte, la necessità che traspare è quella di un intervento più strutturato. E non di poco.

A dirlo è lo stesso presidente Cpel Franco Manes: “La tematica è complessa. Abbiamo attivato lavoro interno agli Enti locali per avere chiarezza nel ginepraio normativo e per poi aprire con tutti assessorati un tavolo tecnico. Bisogna però essere chiari e onesti: abbiamo portato questa questione tre volte agli Stati generali della montagna di fronte a vari ministri. Il problema è che in Italia manca una Legge sulla montagna, che si riflette nei problemi sulla responsabilità che si riflette a sua volta sui sindaci ed i proprietari delle strade”.

“Abbiamo sollecitato un intervento in tutte le maniere – prosegue Manes -, lo sta facendo anche il senatore, ma è chiaro che serve una sinergia tra regioni per un intervento che non coinvolge solo un piano normativo tecnico, ma anche delle norme civili. Va immaginata una legge adatta ai problemi della montagna”.

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