Approvate dal Consiglio Valle le misure del nuovo piano politiche del lavoro

Il Piano di politiche del lavoro 2021 - 2023 è stato approvato nel pomeriggio di oggi, mercoledì 9 giugno, all'unanimità dal Consiglio Valle.
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Economia

Con un voto unanime il consiglio regionale ha licenziato nel pomeriggio di oggi il Piano triennale degli interventi di politica del lavoro 2021-2023.

“Questo documento strategico mancava da anni e arriva in un momento estremamente importante.  – ha ricordato in aula l’Assessore regionale Luigi Bertschy – Il Piano si propone di dare avvio a una serie di politiche che andranno poi verificate e ripensate nella logica della progettualità che le contraddistingue. L’intenzione è quella di avere un percorso regionale per le nostre politiche attive, tenendo in considerazione quanto avviene a livello nazionale. C’è un dibattito politico importante sul blocco dei licenziamenti: un tema che deve essere oggetto di attenzione da parte nostra per far sì che il tutto sia orientato e sostenuto con politiche del lavoro.”

La manovra di assestamento di bilancio, che approderà domani in aula, mette a disposizione 19 milioni di euro per dar corso alle azioni del piano.

Cosa prevede il Piano

Voucher di conciliazione, voucher per la formazione continua dei dipendenti ma anche voucher per la frequenza di corsi di formazione, anche al di fuori del territorio regionale. Sono alcune delle misure previste dal Piano di politiche del lavoro 2021 – 2023.

Il Piano si concentra sulle misure di politica attiva del lavoro: dagli incentivi all’occupazione, alla formazione, alla creazione diretta di posti di lavoro e ai servizi per l’impiego, volti ad accrescere l’occupabilità delle persone.

Secondo le stime previsionali riportate nel documento per il 2020 il Pil regionale dovrebbe calare del 9% circa. E’ atteso inoltre un ulteriore ridimensionamento del sistema produttivo valdostano. Nel 2020 il mercato del lavoro locale ha visto 1.400 occupati in meno (-2,4% dell’occupazione). L’agricoltura ha registrato una riduzione dell’occupazione del -16,6%, l’industria del -2% e i servizi del -1,9%, con però una contrazione degli occupati del settore commercio, alberghi e ristoranti del -4% e dell’industria in senso stretto del -7,4%.
La Cassa integrazione guadagni è esplosa: nel 2020 è arrivata a superare 5.100.000 ore autorizzate, valore superiore di quasi due volte e mezzo rispetto a quello registrato nel 2009, l’anno peggiore della precedente crisi economica.

Le azioni del piano sono rivolte, in particolar modo, a quattro target: i giovani, le lavoratrici e i lavoratori, le imprese e le persone impegnate in percorsi d’inclusione socio-lavorativa. C’è poi un’azione di sistema rivolta a migliorare le politiche del lavoro regionali, realizzando ad esempio un sistema di analisi e predizione dei fabbisogni occupazionali e formativi e di valutazione delle politiche del lavoro e migliorando i servizi pubblici per il lavoro in un’ottica orientata ai bisogni dei diversi target.

Le misure per i giovani

Per i giovani – “tra le categorie di persone più fortemente colpite dalle conseguenze socioeconomiche della crisi pandemica” –  le sfide delineate dal piano sono di accompagnare i minorenni nell’esercizio del diritto-dovere all’istruzione e formazione e i giovani nei percorsi di transizione dalla scuola al lavoro.
Le azioni immaginate riguardano: una maggiore continuità ai percorsi di IeFP (il sistema di istruzione e formazione professionale), stabilizzandone l’offerta a seguito di una programmazione che parta da un’attenta analisi dei fabbisogni formativi ed occupazionali; l’incremento delle attività di alternanza scuola lavoro, il consolidamento dei “buoni formativi” per poter rispondere alle esigenze dei minorenni interessati a percorsi triennali e/o di quarto anno non presenti sul territorio regionale, la possibilità di accedere a percorsi formativi al di fuori della Valle d’Aosta tramite voucher; favorire la realizzazione di tirocini extracurricolari rivolti alle persone al di sotto dei 18 anni sostenendo almeno parzialmente l’indennità di frequenza dei giovani ma anche la promozione di percorsi di formazione post-diploma alternativi alla formazione universitaria.
Fra i servizi invece c’è l’idea di istituire uno sportello, sia fisico presso i centri per l’impiego, sia virtuale tramite la creazione di pagine dedicate, contenenti le politiche e i servizi offerti loro, denominato “Youth corner”.

Le misure per i lavoratori

Per i lavoratori gli obiettivi del piano sono di rafforzare l’azione dei servizi per l’impiego e l’offerta di formazione per lavoratrici, lavoratori e persone in cerca di occupazione e rafforzare la capacità di conciliazione dei tempi di cura e di lavoro delle lavoratrici e dei lavoratori.
Fra le azioni c’è l’introduzione a livello sperimentale di una nuova misura di politica attiva per il lavoro denominata “Bon Emploi”, volta alla presa in carico delle persone in cerca di occupazione, di occupati a rischio di disoccupazione e di coloro che, a causa della pandemia, hanno cessato la propria attività. Per ampliare le possibilità di formazione e di riconversione professionale per le persone già occupate o in cerca di occupazione si pensa di potenziare l’offerta ordinaria di percorsi di formazione da erogare sul territorio regionale e a introdurre un sistema di voucher individuali per l’acquisizione di percorsi formativi erogati sia all’interno che all’esterno del contesto regionale.
Un altro strumento menzionato dal piano è il “voucher di conciliazione” per favorire l’acquisto di servizi alla persona, al fine di promuovere la conciliazione tra vita familiare e professionale, contribuire a creare nuove opportunità occupazionali e contrastare il lavoro sommerso in quest’area. In questo ambito anche  in seno ai centri per l’impiego verrà creato uno Sportello-conciliazione, che preveda la presenza di operatori in grado di fornire puntuali informazioni e consulenze alle persone e alle aziende sulle opportunità e le misure di conciliazione esistenti.

Le misure per le imprese

Per le imprese il nuovo piano di politiche del lavoro si pone tre sfide: sostenerle nella capacità di adeguarsi ai rapidi cambiamenti dei contesti produttivi; potenziare la collaborazione tra i servizi pubblici per l’impiego, la formazione e i datori di lavoro e sostenere lo sviluppo di competenze imprenditoriali. Alcune delle misure previste sono invece i voucher per la formazione continua dei dipendenti di imprese operanti sul territorio della Valle d’Aosta e per i lavoratori autonomi e parasubordinati; lo strumento del contratto di rete, per rafforzare i rapporti di collaborazione tra imprese di piccole e medie dimensioni attraverso la messa in comune di fattori produttivi quali, a titolo esemplificativo, la forza lavoro e i beni strumentali.  All’interno dei centri per l’impiego  verrà costituita una funzione denominata “Sportello imprese”, volta a fornire servizi a favore della creazione di nuove imprese e di supporto a quelle esistenti, in collaborazione con il Dipartimento regionale industria nonché con la Chambre, le associazioni di categoria presenti sul territorio e gli ordini professionali. Per sostenere lo sviluppo di competenze imprenditoriali c’è anche l’idea di concedere una garanzia a costo zero sui finanziamenti erogati a titolo di micro-credito allo scopo di aiutare le aziende a far fronte a spese e investimenti necessari allo sviluppo dell’attività.

Le misure per le persone in condizioni di svantaggio sociale

Infine per le persone con disabilità e le persone in condizioni di svantaggio sociale gli obiettivi del piano sono di promuovere le assunzioni delle persone più vulnerabili, anche da parte di datori di lavoro non sottoposti agli obblighi previsti dalla legge 68/99. In questo senso si intende dare pieno utilizzo da parte della pubblica amministrazione degli strumenti messi a disposizione dal Codice degli appalti, configurando l’inserimento lavorativo delle persone con svantaggio sociale sia con riferimento alla previsione di possibilità di “riserve di partecipazione”, consentendo la partecipazione alla gara solo alle imprese la cui finalità principale sia l’inserimento lavorativo, sia come “condizione di esecuzione”, ovvero imponendo all’aggiudicatario di assumere una quota minima di persone svantaggiate. Altre misure delineate riguardano la revisione dei “lavori di utilità sociale” (LUS) ma anche il ricorso a misure sperimentali d’inserimento lavorativo in occupazioni di “responsabilità sociale” a favore di persone difficilmente ricollocabili e di età relativamente prossima al pensionamento. Per questa misura si prevede inoltre il versamento dei contributi volontari da parte dell’amministrazione regionale per conto delle lavoratrici e dei lavoratori disoccupati in situazione di comprovata difficoltà economica e prossimi al raggiungimento dei requisiti pensionistici.

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