Un’estate 2021 che avrà molte assonanze con la scorsa, ma anche alcune differenze nette. Ma che, soprattutto, vedrà le destinazioni di mare – già in vantaggio nel 2020 – aumentare il proprio flusso turistico rispetto ad un anno fa.
Cresce anche la montagna, nelle stime, anche se dovrà lavorare su un tassello non da sottovalutare: il turismo per famiglie.
Il dato è emerso dall’Indagine sul turismo estivo 2021 presentata oggi, mercoledì 16 giugno, e condotta tra la fine di maggio e i primi giorni di giugno attraverso 1.500 interviste telefoniche su un campione della popolazione del Nord Italia, ricompresa nella fascia di età 18-75 anni, da parte dell’Università della Valle d’Aosta.
Destinazioni di mare che crescono, si diceva, passando dal 30,9% del 2020 ad una previsione del 44,5%. Gran parte, oltretutto, vede la ripresa dei viaggi all’estero.
La montagna, però, non sta al palo. Secondo l’indagine, infatti, cresceranno nel 2021 anche queste destinazioni, che passano dal 13,9% dello scorso anno al 17,3% dichiarato per quest’anno.
A precipitare è invece il dato di chi in vacanza non andrà. Lo scorso anno i turisti sono rimasti a casa nel 47% dei casi, dato che – per l’estate 2012 – si assottiglia al 27,1%.
Dietri questi numeri si celano le incognite, ancora forti, dell’emergenza sanitaria. Tra chi rimarrà a casa anche quest’estate, il 32% adduce motivi economici dovuti alla pandemia, mentre circa il 25% non andrà proprio per via delle preoccupazioni dovute al Covid.
Una montagna da pensare per le famiglie?
Al riguardo, ha spiegato presentando l’indagine la professoressa Linda Osti, docente della Libera Università di Bolzano, alla montagna manca ancora una fetta di turismo: “La montagna è vista come una destinazione ideale per attività rilassanti e benefiche, mentre il mare è visto più a livello ricreativo, divertente e per la famiglia. Qui, secondo me, la montagna ha ancora possibilità di sviluppo, creando ‘pacchetti’ o prodotti turistico con possibilità di svago per famiglie”.
Nonostante questo, le previsioni per la Valle si allineano ai flussi della scorsa estate, con un aumento di arrivi e presenze che si attesta al 10% circa.
“Rimarrà comunque un turismo di prossimità – aggiunge Osti –, ma aumentano destinazioni regionali come Puglia, Campania, Sicilia e Sardegna. Aumentano i flussi nelle strutture alberghiere, dal 23,6% del 2020 al 29,5%, diminuiscono molto le seconde case e aumentano gli appartamenti in affitto, che forse rappresentano un po’ una scoperta dell’estate scorsa o l’alternativa alla seconda casa”.
Nervo ancora scoperto in Valle, come spiega il Vicepresidente Adava Camillo Rosset: “Questo interesse è un bene, ma bisogna davvero mettersi al lavoro sulla regolamentazione a livello regionale delle case in affitto. Poi, il mondo del turismo deve riflettere su cosa fare perché anche la montagna diventi una destinazione interessante per le famiglie”.
Questione sulla quale punta anche Jean-Pierre Guichardaz, Assessore regionale al Turismo: “Stiamo lavorando su una norma per le locazioni brevi che può tranquillamente affiancarsi alla ricettività tradizionale e diventare anzi complementare, oltre che diventare un ritorno economico. Non tutti sono contenti, la Valle ha piccoli numeri ma ha una realtà proprietaria di appartamenti utilizzati per locazioni brevi piuttosto importante”.
Sul “nodo” famiglie, aggiunge: “Il clima, il relax e la salute psicofisica sono elementi molto ricercati, mi pare di capire dall’indagine, da chi cerca un’offerta soprattutto per la montagna. Il mare è un luogo privilegiato per le masse, ma probabilmente dobbiamo cercare di recuperare alcuni segmenti come le famiglie ed il divertimento, sui quali si è investito meno per questioni di efficacia”.