Arriverà entro fine anno il nuovo piano regionale rifiuti. Ad annunciarlo ieri in consiglio regionale, rispondendo ad una interpellanza del consigliere regionale Stefano Aggravi, è stato il presidente e assessore ad interim all’ambiente Erik Lavevaz.
“Le sentenze della Corte costituzionale non si può dire ovviamente che abbiano delle ricadute positive, però hanno comunque dato un solco entro il quale il legislatore dovrà muoversi” ha spiegato Lavevaz. “La Corte ha riconosciuto, ad esempio, la conformità degli obiettivi perseguiti dalla Regione di disincentivare la costruzione di nuove discariche. E’ stato definito in modo chiaro che le linee di indirizzo per ottenere questi risultati devono essere definite in ambito di pianificazione. Quello che possiamo fare è, nelle more dell’approvazione del piano regionale dei rifiuti, mettere in piedi delle misure transitorie, riferite a nuove autorizzazioni o comunque a rinnovi, non su quelle già in essere”.
Nelle replica il consigliere stefano Aggravi ha rimarcato come “a questo punto l’obiettivo programmatico del vecchio Defr debba essere visionato anch’esso e debba essere specificato, perché era figlio di una impostazione ante sentenze”. L’iniziativa era tesa a conoscere anche gli obiettivi del governo sulla proposta di legge depositata nei mesi scorsi da Progetto Civico Progressista. “Su questa seconda domanda non ho sentito da parte sua una risposta, lo capisco benissimo perché oltre a dover gestire questa materia, deve anche gestire quello che io ieri ho chiamato una forte revisione, più con tagliando, di questa una maggioranza”.
Nel frattempo sulla recente sentenza del Tar della Valle d’Aosta è arrivato il commento da parte del Comitato “La Valle non è una discarica”.
“La fiducia da noi risposta nel sistema giudiziario non ha purtroppo pagato” sottolinea il Comitato “Esser tacciati di aver agito in ritardo ci ferisce, tanto più considerando che siamo stati gli unici a muoverci concretamente per cercare davvero una soluzione al gran pasticcio di Chalamy non appena la situazione è stata resa pubblica. Sicuramente non si è mosso chi avrebbe dovuto e soprattutto potuto opporsi al disegno di aprire Chalamy ai rifiuti speciali, in primis la politica regionale”.
Il comitato ricorda, quindi, di esser nato e essersi speso “con tanto impegno, facendo in meno di due anni quanto non era stato fatto da nessuno prima per cercare di impedire l’apertura di una discarica come Chalamy di cui la Valle non ha assolutamente necessità. Quindi chi più del Comitato avrebbe dovuto avere titolo di denunciare l’assenza colpevole delle istituzioni e le irregolarità riscontrate anche dalla Procura una volta venutone a conoscenza”.