Due aziende agricole colpite da interdittiva antimafia del Questore

I provvedimenti, che inibiscono a negoziare con la pubblica amministrazione, conseguono alla condanna, di un socio o rappresentante, per reati di truffa (ai danni dello Stato o per il conseguimento di pubbliche erogazioni).
Questura di Aosta
Cronaca

Negli scorsi giorni, due aziende agricole valdostane sono state inibite a negoziare con la pubblica amministrazione, per effetto dell’interdittiva antimafia emanata nei loro confronti dal Questore di Aosta, Ivo Morelli. Il provvedimento, dal punto di vista pratico, impedisce alle ditte di vendere ad enti i prodotti realizzati e di partecipare alle gare d’appalto eventualmente bandite.

In questi due casi, la misura è scattata una volta accertato che soci o componenti dell’azienda avessero riportato condanne per reati di truffa (in particolare, ai danni dello Stato, o aggravata per il conseguimento di pubbliche erogazioni). Si tratta di tipologie di reato spesso legate ad episodi di percezione indebita di contributi o sovvenzioni previsti – dalla legislazione comunitaria, statale ed anche regionale – a sostegno delle attività rurali.

Questo scenario di applicazione dell’interdittiva è stato introdotto nel 2017, attraverso una modifica al codice delle leggi antimafia. Da quel momento, prima delle due attuali, tre aziende agricole con sede in Valle erano state colpite (una per anno, dalla modifica legislativa sino al 2019).

Essendo il presupposto dell’emissione della misura di prevenzione individuato dalla legge nell’esistenza di una condanna (elemento di carattere quindi vincolante e non discrezionale), la legge prevede per gli imprenditori agricoli raggiunti dal provvedimento, una volta ottenuta la riabilitazione penale, la possibilità di chiederne la revoca.

Come osservano gli “addetti ai lavori”, il caso è diverso da quello che, ad oggi, in Valle ha interessato cinque società edili, del movimento terra ed un autonoleggio, rispetto alle quali il Gruppo interforze – esaminato il quadro risultante dagli accertamenti svolti dalle forze dell’ordine – ha concluso per il rischio di condizionamento aziendale da parte del crimine organizzato, facendo scattare l’interdittiva del Questore.

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