Più collaborazione fra geriatria e ortopedia per i pazienti anziani

I due reparti ospedalieri hanno avviato una collaborazione per seguire al meglio le persone con più di 75 anni con frattura del bacino o del femore. In questo modo si può dimezzare la mortalità a un anno dall’intervento.
Da sinistra Paolo Bonino Pierluigi Berti e Amedeo Mancini
Società

Il 5% degli italiani con più di 75 anni muore entro un anno dall’intervento per la frattura del bacino o del collo del femore. Una quota che sale al 25 – 30% trascorsi i 12 mesi. Il motivo sta  nelle complicanze che colpiscono gli anziani dopo questa tipologia di operazione: polmoniti, embolie polmonari piaghe da decubito, delirium, tutti effetti che, insieme, rischiano di aggravare molto le condizioni generali di salute. Si tratta di patologie molto diffuse, basti pensare che su 370 ultrasettantacinquenni ricoverati all’Umberto Parini nel 2008, il 60% aveva rotto il femore o il bacino.

E per tentare di arginare questa situazione, la ricetta è molto semplice. Basta collaborare. Così i reparti di geriatria e di ortopedia hanno deciso di mettere insieme le proprie esperienze e le proprie competenze per dare ai pazienti le maggiori possibilità di recupero. Così, anche sulla base di altre esperienze avviate a livello naziaonale, Nasce così l’orto-geriatria che ha l’obiettivo di preparae al meglio il paziente già a partire dal momento del ricovero fino al recupero funzionale successivo.

“Ora si tratta solo di formalizzare un lavoro già avviato da circa un anno – dice Paolo Bonino, direttore del reparto di Geriatria – e che sta dando ottimi risultati. In questo modo possiamo seguire i pazienti in maniera integrata dall’ingresso in ospedale fino alla fase di riabilitalitazione e fisioterapia”. “Nella sperimentazione svolta fino ad oggi – ha aggiunto Amedeo Manuel Mancini, direttore del reparto di ortopedia-traumatologia – siamo arrivati a un tasso di mortalità dopo un anno dall’intervento del 2,6%, pari alla metà della media nazionale”.

La proposta di lavoro, quindi, prevede che il traumatologo che accetta in reparto un paziente con più di 75 anni con frattura di femore o del bacino attivi subito la consulenza del geriatra per una valutazione "medica" finalizzata alla ricerca delle cause della frattura e alla stabilizzazione del paziente prima dell'intervento. Nei giorni successivi il geriatra, in accordo con il traumatologo, seguirà i pazienti indicando in cartella gli accertamenti consigliati e le modifiche alla terapia. Geriatra e traumatologo concorderanno tempi e modi di dimissione del paziente.

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