Al MAIN di Gignod la ludopatia è spiegata attraverso l’arte

Nell'ambito dell'esposizione "IneLUDibile Gioco" a Gignod, Bruno Trentin e Federico Benuzzi presentano le degenerazioni del gioco d'azzardo attraverso l'arte e la performance. Due conferenze/spettacolo che si terranno questo fine settimana, da venerdì pomeriggio a sabato.
Federico Benuzzi

Quest’estate il MAIN (Maison de l’Artisanat International di Gignod) con la sua mostra IneLUDibile gioco”, ha proposto diversi eventi, tra aquiloni e giochi musicali e si è animato con ospiti di fama internazionale. Questa settimana sarà dedicata alla sensibilizzazione ai risvolti negativi del gioco d’azzardo con due incontri a tema.

Non si tratta di semplici conferenze, ma entrambi gli eventi, hanno un taglio artistico e performativo. Il primo appuntamento,  venerdì 13 agosto alle 17, è una conferenza di Bruno Trentin che parlerà della dipendenza da gioco per cercare di sensibilizzare gli ascoltatori. Anche grazie alla sua esperienza e alla sua Associazione MiRipiglio, una organizzazione di volontariato che aiuta le vittime della ludopatia a smettere, Trentin porta avanti un lavoro culturale per cambiare la prospettiva riguardo al problema della dipendenza da gioco.

Al termine dell’incontro sarà possibile visitare l’installazione “Rien ne va plus” con l’artista Fabio Dibello e il curatore Alessio Zemoz di Frame division. Compresa all’interno dell’esposizione “IneLUDibile Gioco” la mostra d’arte performativa dimostra visivamente le degenerazioni dei giocatori, collocandosi a metà tra fotografia e arte contemporanea. L’intento dell’esposizione è quello di coinvolgere lo spettatore attraverso il linguaggio diretto della fotografia di ritratto, mettendo in risalto le conseguenze della ludopatia.

Il secondo incontro, sabato 14 agosto alle 17,  al MAIN sarà presente il grande artista e matematico Federico Benuzzi con la conferenza-spettacolo di giocoleria e probabilità. Giocoliere e attore professionista, ma anche docente di matematica e fisica, Benuzzi presenta uno spettacolo di sensibilizzazione che riesce a coinvolgere lo spettatore portandolo a riflettere sui concetti di probabilità e frequenza, rischio e rendimento da un punto di vista scientifico e mai noioso.

Alternando giocoleria, dimostrazioni matematiche e teatro d’attore, l’artista presenta uno spettacolo originale e istruttivo. Le sue idee sono sostenute dalle sue conoscenze matematiche applicate alla probabilità, per arrivare a dimostrare che il banco vince sempre e quindi l’assurdità dell’investimento continuo nel gioco. L’obiettivo è quello di cercare di combattere, attraverso la cultura, la degenerazione a cui si può andare incontro con il gioco d’azzardo compulsivo.

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