La Nike impugna la sentenza che la condannava a 400 euro per lesioni personali colpose

I fatti risalgono al 2005, quando un ex dipendente dello Store Nike di Quart, Silvio Tadiello, di Aosta si era fratturato un braccio cadendo dalla scala. I legali della Nike contestano le conclusioni a cui sono arrivati gli ispettori dell'Inail.
Silvio Tadiello davanti alla Nike Factory Store di Quart
Cronaca

La multinazionale Nike ha impugnato la sentenza di primo grado emessa dal giudice monocratico di Aosta Giuseppe Colazingari che aveva condannato a 400 euro di ammenda per lesioni personali colpose Matthew Adrian Cook, di 46 anni, responsabile italiano della ditta. I legali della Nike contestano le conclusioni a cui erano arrivati gli ispettori dell'Inail.

I fatti risalgono al 2005, quando un ex dipendente dello Store Nike di Quart, Silvio Tadiello, di 40 anni di Aosta, aveva avuto un incidente sul lavoro. «Questa storia non ha fine – commenta Tadiello – non pensavo proprio che le cose andassero così. La Nike per una condanna veramente minima ha impugnato e ha fatto ricorso in appello. Roba da non crederci. Possibile, speravo che questo capitolo si chiudesse, invece no. Oltre la causa civile dovrò affrontare un altro grado di giudizio».

Il 12 giugno del 2005 Tadiello era caduto da una scala, fratturandosi il braccio destro, mentre cercava di prendere del materiale in magazzino. Dalle indagini effettuate dall'ispettore dell'Inail era emerso che la scala non era a norma. Tadiello, che non riesce a trovare un lavoro, è rimasto duramente segnato da questa storia e tuttora vive nel suo camper assieme ai suoi due cani, con la sola pensione di invalidità.

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