La Valle d’Aosta avrebbe dovuto essere più pronta all’emergenza Covid. A dirlo un questionario Avcu

L'Association Valdôtaine Consommateur et Usager ha condotto un'analisi delle iniziative a vantaggio dei consumatori, in particolare delle risorse del bilancio regionale investite nei servizi socio-sanitari durante il 2020. I dati sono stati raccolti a campione attraverso un questionario apposito.
conferenza stampa CVU SAVT
Società

La regione Valle d’Aosta avrebbe dovuto farsi trovare più pronta all’emergenza pandemica. A dirlo è il questionario dell’Avcu (Association Valdôtaine Consommateur et Usager) l’associazione consumatori che fa riferimento al Savt. L’analisi dei dati è stata presentata questa mattina, lunedì 8 novembre, durante una conferenza stampa dal dottor Riccardo Varvello, responsabile dell’indagine statistica e dal Presidente Avcu Rosina Rosset.

Il questionario analizza gli investimenti in ambiti socio-sanitari del bilancio regionale in riferimento al 2020, con un campione di 381 persone tra iscritti all’Avcu, che si dividono in cinque categorie: lavoratori dipendenti a tempo indeterminato (46,2%), lavoratori autonomi (10,2%), commercianti albergatori e ristoratori (9,45%), pensionati (28,35%) e disoccupati (5,7%). Il progetto di analisi è stato ideato nel 2019, per poi essere messo in atto nel 2020. A causa dell’emergenza sanitaria, le domande si sono concentrate sulla gestione della situazione pandemica da parte dell’amministrazione regionale. Secondo i dati, l’intervistato medio ritiene che, come Regione “avremmo dovuto farci trovare più pronti” con il 31,6% di condivisioni, ma anche che, nonostante tutto, il sistema regionale ha tenuto. Anche in relazione al fatto che il 26,6% del campione è d’accordo sul fatto che la pandemia “sia più facile da gestire in un contesto piccolo”.

Contrasto alla pandemia

In questo ambito, il 36,4% dei partecipanti, in modo omogeneo tra le diverse categorie, ritiene che la classe politica regionale abbia dato l’impressione di essere del tutto impreparata alla situazione di emergenza. In particolare il 19,8% del campione ritiene che le divergenze tra regione e governo nazionale siano state dannose, e il 19,25% che le forme di supporto economico statali siano del tutto insufficienti. Nel secondo caso la categoria che si è dimostrata più critica è quella dei lavoratori autonomi, mentre nel primo sono stati soprattutto i pensionati a rispondere. Per quanto riguarda ristoratori e albergatori, invece, l’opinione più condivisa è che “data la situazione i nostri governanti non potevano fare di meglio”.

A fronte delle difficoltà percepite, le prospettive in ambito sociale degli intervistati sono chiare: il 46,3% ritiene necessario il potenziamento delle forme di assistenza e sussidi economici alle fasce più deboli. Anche in ambito sanitario emergono chiaramente la necessità di potenziare gli ambulatori distrettuali, con il 32,6% di adesioni e di fornire esercizi più innovativi e flessibili sul territorio con il 26,3%. In entrambi i casi è soprattutto la categoria dei ristoratori e albergatori a mostrarsi d’accordo con le affermazioni.

Organizzazione del servizio sanitario

Per i valdostani l’emergenza pandemica ha evidenziato i problemi di organizzazione del sistema sanitario regionale, in particolare riguardo le carenze del personale. Incrementare gli organici del personale infermieristico e socio-sanitario è la necessità più sentita da tutte le categorie, con il 28% circa di adesioni, ma soprattutto dai lavoratori autonomi. La seconda proposta, in ordine di consensi, con il 24,3%, è quella di aumentare anche gli organici del personale medico, voluto soprattutto dai pensionati. Anche per quanto riguarda la sanità territoriale le carenze si fanno sentire: il 40,3% dei partecipanti ritiene che sia necessario aumentare il numero di medici di famiglia e di operatori sociali con il 33,6%. Molto sentite anche le proposte di nuovi reparti specializzati covid e letti in terapia intensiva con il 19% e di una ripartizione di compiti tra Parini e Beauregard con il 23% circa.

Infine, il questionario evidenzia una forte spinta riguardo i sussidi economici: il 34,3% delle adesioni, con maggioranza di lavoratori autonomi e di ristoratori e albergatori, è per il ripristino dei sussidi diretti come ad esempio il fu “Bon de chauffage”. Il 25,9% dei partecipanti, con prevalenza dei pensionati, ritiene invece sia necessario ampliare le forme di rimborso delle spese sanitarie e di servizio alla persona.

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