Luci e ombre del sistema scolastico valdostano

Si è riunito, giovedì 25 novembre, il settimo congresso regionale di Cisl Scuola. In quest'occasione, la segretaria Alessia Démé ha presentato la relazione quadriennale che ha definito un bilancio per il passato e ha fornito i lineamenti per il futuro.
ALESSIA DEME
Scuola

L’école Valdôtaine entre présent et futur” è stato il titolo del settimo congresso regionale della Cisl Scuola che, riunitosi a Gignod, ha fatto il punto sulle criticità e sugli elementi di forza che riguardano e contraddistinguono questo settore.

Come ormai siamo abituati a sentire, anche per il mondo della scuola, la Pandemia ha segnato un prima e dopo ma “come scuola abbiamo saputo reagire e –  continua la Segretaria di Cisl scuola, Alessia Démé – come Cisl siamo stati in grado di contrattare e comunicare il Contratto integrativo sulla didattica digitale.” Come è successo per la sanità, la crisi pandemica ha messo in luce alcune delle criticità che caratterizzano l’istruzione italiana e valdostana legati anche “dai decenni di tagli al sistema scolastico.”

In primis, il sindacato rivendica il diritto alla disconnessione telematica che in teoria è già presente nel CCNL, in secondo il sindacato chiede all’assessorato regionale di “ripensare il ruolo degli Uffici territoriali scolastici” e di rimpolparne il personale che, con il passare degli anni è diventato sempre più esiguo.

Un altro tema caldo è il rinnovo del Contratto collettivo nazionale di lavoro che è scaduto nel 2018. I punti più sentiti ruotano intorno alla formazione dei docenti, specialmente di quelli precari, per i quali si richiede l’estensione del bonus docenti e per i dirigenti scolastici che necessitano di un “costante e strutturale aggiornamento”.

Inoltre, non può non essere preso in considerazione il tema del precariato, sul quale “le richieste di parte sindacale sono state totalmente inascoltate da parte dei decisori politici. Anche in Valle d’Aosta è da almeno un decennio che chiediamo all’amministrazione scolastica di programmare il fabbisogno sulla base dei dati anagrafici e della legge sulle pensioni in vigore” denuncia Alessia Démé. Il problema è ben visibile anche nel sistema di reclutamento che richiama nelle aule coloro che il giorno prima sono stati bocciati al concorso per diventare insegnanti di ruolo. Un altro esempio che desta un certo sconcerto è che il primo e ultimo concorso per gli insegnanti di religione cattolica risale a sedici anni fa.

Per quanto invece concerne l’insegnamento agli alunni con disabilità, la Cisl scuola segnala come il mondo dell’Università sia troppo selettivo all’ingresso, a tal punto che i laureati non soddisfano il fabbisogno delle scuole.

Le cose non vanno meglio anche nel campo dell’offerta musicale valdostana. “Siamo stanchi di rimanere ostaggio dei ricatti – afferma Alessia Démé- ci siamo sentiti dire da un presidente del Cda del Conservatoire che non sono obbligati a tenere aperto e che potrebbero anche chiudere.” Tuttavia, nonostante la scarsità di risorse, il sindacato denuncia “la mancata adesione al processo di statalizzazione degli istituti musicali pareggiati, che avrebbe portato risorse finanziarie al nostro Conservatoire”.

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