Le “sospese apparenze” di Giorgia Madonno ad Aosta

L'artista, dopo essere stata tra le ideatrici del festival VetanArt, porta ad Aosta una sua personale al Vicoletto di Passage Folliex. In mostra, le sue raffinate opere in china, acquerello e grafite su carta.
Giorgia Madonno
Cultura

Una personale ad Aosta perché le sue “sospese apparenze” possano trovare casa. L’artista Giorgia Madonno, art mentor e professoressa universitaria crea opere che indagano il significato di “essere umano”, il suo processo di trasformazione e la connessione con la propria anima, oppure coglie l’essenza dei luoghi in cui ha vissuto e viaggiato. Ad Aosta è atterrata al Vicoletto di Franca Ierardi, in via Folliex, dove diversi artisti valdostani ultimamente hanno trovato casa e libertà per esprimersi.

Nelle raffinate opere in china, acquerello e grafite su carta compaiono apparenze leggere, sospese, gentili, poetiche che come paesaggi dell’animo fluttuano nel vuoto. Si percepisce un bisogno rarefatto di silenzio, di contemplazione e solitudine, davanti agli occhi sfilano solidi massi senza peso, ombre nere come nuvole di passaggio, vuoti che bilanciano i pieni, bianco ovattato che evoca l’uniforme levigatezza della neve, colori naturali di cielo e terra. Lo sguardo è interiore e profondo, le opere emanano una sofferenza sottile che rimane assopita o alla ricerca silenziosa di una via di fuga e di pace in una dimensione onirica e di senso più ampio.

Giorgia Madonno
Giorgia Madonno

L’artista fa delle sue esperienze all’estero e dei periodi in cui ha vissuto tra Oriente e Occidente uno dei punti saldi delle sue opere e della sua ricerca stilistica, che oscilla tra le due culture, e che è ispirata da più di quindici anni di vita in Asia (tra Cina e Singapore). C’è un costante dialogo con una pressante necessità di nuova connessione con le proprie radici e c’è molto del ritorno a Meod, luogo del cuore che sta alla base del senso, luogo scelto per non perdersi o ritrovarsi, per non dimenticare da dove si arriva, per non dare per scontato, per rimettere in prospettiva le cose importanti, per radicarsi sapendo che si è stati fortunati ad aver potuto dare uno spazio più grande e arioso alle radici, ma anche che a volte serve fermarsi per crescere.

L’esposizione sarà inaugurata giovedì 3 febbraio e rimarrà al Vicoletto fino al 9 febbraio.

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