Ucraina, la parrocchia di Sant’Orso accoglie le prime famiglie

A ieri risultavano arrivati in Valle d'Aosta 18 profughi ucraini, che hanno trovato accoglienza tramite parenti e amici residenti nella nostra regione. 20 i comuni che ad oggi hanno messo a disposizione strutture e alloggi per l'accoglienza.
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Arrivano da Kiev e da un paese vicino a Leopoli le prime famiglie accolte dalla parrocchia di Sant’Orso. “Sono arrivate in modo autonomo” racconta Don Aldo Armellin “tramite contatti che avevano qui in Valle d’Aosta. In un caso sono arrivati direttamente con la propria auto, nell’altro attraverso un pullman di fortuna”. Due nuclei familiari, uno composto da quattro persone, l’altro da tre, con due bambini di un anno e mezzo e cinque anni, e un ragazzo disabile.

“Un nucleo arriva da Kiev, città dalla quale si era già spostato allo scoppio della guerra, l’altra da una zona vicino a Leopoli”. Un altro gruppo, più numeroso, proveniente da Kharkviv, potrebbe arrivare nelle prossime ore. Il condizionale è d’obbligo, perché come racconta Don Armellin, già nei giorni scorsi la parrocchia aveva avuto contatti con delle famiglie, che poi per intoppi, hanno preferito cambiare la destinazione del loro viaggio. A ieri risultavano arrivati in Valle d’Aosta 18 profughi ucraini, che hanno trovato accoglienza tramite parenti e amici residenti nella nostra regione.

“Per ora con le nostre forze riusciamo a far fronte alle loro necessità” prosegue Don Armellin “La Regione si è comunque attivata tramite i suoi canali per creare una rete di accoglienza”.
Ad organizzarsi sono anche i volontari che si sono raccolti intorno alla prima raccolta di beni attivata e recapitata da Yurii Kvartiuk, il giovane ucraino tornato nel suo paese, dove ora collabora con la Caritas per consegnare gli aiuti che stanno arrivando da tutta Europa.

“Vogliamo provare a farci trovare pronti, quando ce ne sarà il bisogno, con una rete di assistenza per i profughi – racconta Chiara Giordano “Vorremmo offrire una serie di servizi di assistenza a vario titolo, come ad esempio aiuto per la spesa, trasporto in auto, organizzazione di laboratori per bambini, traduzioni linguistiche. Pensiamo ad esempio a volontari disponibili ad accompagnare in auto le persone in Questura per le pratiche richieste oppure a seguirle per altre incombenze, a volontari disponibili ad organizzare attività e laboratori per cercare di alleviare le sofferenze di queste persone”.

Prosegue anche la raccolta di beni presso la Parrocchia di Saint-Martin, punto di approdo in molti casi  delle raccolte avviate dai comuni e dalle proloco. “C’è bisogno di generi alimentari e medicinali”. In fase di attivazione invece un protocollo con un ospedale militare civile ucraino che si sta occupando dei casi più gravi. “Stiamo perfezionando l’accordo – dice ancora Don Aldo per far giungere loro medicinali ospedalieri e fondi”.

In base ad una stima fatta seguendo dei parametri nazionali, la Valle d’Aosta potrebbe trovarsi ad accogliere fino ad un migliaio di profughi. Sono al momento venti i comuni che hanno risposto alla ricognizione effettuata tramite il Celva, mettendo a disposizione strutture di prima accoglienza quali saloni polivalenti e raccogliendo le disponibilità di alloggi dei privati. Un avviso pubblico rivolto ai privati cittadini è stato diffuso invece oggi dalla Protezione Civile.

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