L’etichetta a semaforo Nutri-score, che potrebbe entrare in vigore in tutta l’Unione europea alla fine di quest’anno, rischia di disincentivare il consumo di formaggi simbolo del Made in Italy come la Fontina. All’allarme lanciato da AFIDOP, l’Associazione Italiana Formaggio DOP, si è unito il Consorzio Consorzio produttori e Tutela della DOP Fontina.
“Siamo contrari all’introduzione di un’etichetta che non ha nessun beneficio scientificamente provato sulla salute. – spiega Andrea Barmaz, Presidente del Consorzio Fontina DOP – La genuinità della Fontina DOP, assicurata dalla filiera corta e dall’eccezionale salubrità dell’ecosistema valdostano, è una delle caratteristiche che ha spinto il Wall Street Journal ad inserirla tra i 30 migliori formaggi al mondo ed è così amata in Valle d’Aosta da diventarne quasi il simbolo”.
L’etichetta a semaforo, attribuendo un colore “sfavorevole” a prodotti come formaggi, secondo AFIDOP e Consorzio “dà informazioni limitate e fuorvianti ai consumatori. Con buona pace della Dieta Mediterranea (dal 2010 Patrimonio immateriale dell’umanità UNESCO), che ha in questi alimenti un “ingrediente” fondante, da sempre”.
Oltre a partecipare ad un evento, il Consorzio ha aderito anche alla campagna social promossa da AFIDOP che, a partire da oggi, mette al centro 10 piatti iconici italiani “senza” in cui il formaggio è ingrediente distintivo promuovendo l’hashtag #ConIFormaggiDOPeIGP. Il Consorzio ha scelto per la campagna un piatto come Finocchi al gratin di Fontina Dop , una ricetta “che apporta proteine e fibre in discreta quantità. Si perdono con la cottura parte delle vitamine del gruppo B della fontina e della C del finocchio. Rimangono abbondanti i minerali come il calcio e il fosforo”.
Se il Nutri-Score venisse approvato dall’Ue, a farne le spese, secondo AFIPD non sarebbe solo il consumatore, ma anche il Sistema-Paese. “Secondo il rapporto Ismea-Qualivita, quello dei formaggi DOP/IGP è un comparto strategico del Made in Italy alimentare, con 55 prodotti caseari a denominazione e quasi 26mila operatori, che generano un valore di 4,2 miliardi di euro alla produzione, pari al 57% del comparto Cibo DOP IGP. Un modello che rappresenta una tradizione millenaria che nessuno in Ue riesce ad uguagliare, una filiera che le decisioni di Bruxelles mettono a rischio… a 30 anni esatti dalla nascita delle DOP e IGP”.