Karolina, dal Donbass alla Valle d’Aosta. “Vivere lì significa esser fuori dal mondo”

Karolina frequenta l'Università in Valle d'Aosta ma fino a dieci anni fa abitava nel Donbass. Ora, nella sua vita di normale studentessa, ha fatto breccia la preoccupazione per gli amici e i familiari rimasti in Ucraina sotto le bombe.
Karolina manifestazione a Parigi
Società

“Sono nata in Ucraina, ho fatto la scuola in Ucraina e mi auto identifico come ucraina”.  Karolina Zamiri, giovane studentessa di lingue all’Università della Valle d’Aosta, abita in Italia da dieci anni, ma il legame con la terra madre non si è mai spezzato. Non è dovuta scappare dalla guerra, ma l’ha anticipata di un paio d’anni. Karolina è nata, infatti, in una città della regione del Donbass, che dal 2014 vive un intenso scontro tra l’esercito nazionale e i separatisti filorussi.
Da quando l’Ucraina ha ottenuto la propria indipendenza nel 1991, si sono alternati al potere governi filo-europei e governi filo-russi. Nel 2013 il popolo ucraino ha deciso di scendere in piazza e dar vita a quella che viene chiamata la rivolta di Maidan con la quale il presidente filo-russo Yanukovich è stato cacciato ed è stato sostituito da Porošenko e poi dall’attuale presidente, Volodymyr Zelensky più orientato verso occidente. Da questo momento, nella regione ucraina che confina con la Russia, due milizie filo-russe hanno dato vita ad una guerra che vorrebbe ottenere l’indipendenza delle due repubbliche di Donetsk e Lugansk. Queste due repubbliche non erano mai state riconosciute ufficialmente da nessuno stato fino alla conferenza stampa indetta da Putin lo scorso 21 febbraio. Questa mossa ha consentito a Mosca di “condurre un’operazione speciale” per difendere i separatisti del Donbass contro l’esercito ucraino, quindi, per quella che in gergo viene chiamata un’operazione di “peacekeeping”.

A sentirsi più russi sono soprattutto le generazioni più vecchie, cresciute nell’Unione sovietica. Molti giovani, sia per la propria sicurezza che per cercare lavoro si sono trasferiti o nell’ovest dell’Ucraina o hanno cercato di entrare in uno dei paesi dell’Unione europea. Nel Donbass tutt’ora la moneta che più circola è il rublo russo, le università presenti sono filiali delle università di russe e, come racconta Karolina, “vivere lì significa vivere scollegati dal resto del mondo, che non sia Mosca.”

Dopo l’attacco che due settimane fa Putin ha sferrato, tanti sono gli ucraini che dalle città più a est del paese cercano rifugio nelle regioni più a occidente dell’Ucraina. Tra i tanti profughi c’è anche un’amica di Karolina che, dopo aver visto la guerra avvicinarsi alla propria città è dovuta scappare verso ovest dove però non ha comunque trovato pace: in seguito al bombardamento su Leopoli la sua famiglia ha dovuto trovare rifugio in una scuola e ora non sa più cosa fare e dove andare. L’angoscia di questa famiglia e di tutte le famiglie si può solo immaginare e i danni psicologici del conflitto iniziano a farsi sentire. Karolina racconta che un paio di giorni fa ha provato a sentire l’amica “ma è talmente sconvolta che non riesce quasi a parlare anche se il nostro legame è sempre stato molto forte.”

Anche gli zii di Karolina, che fino ad una settimana fa abitavano nella capitale, Kiev hanno scelto di abbandonare la loro casa per andare a vivere da amici di famiglia che si trovano lontano dalle zone più calde del conflitto.

Quello che spicca dalle parole di Karolina non è soltanto la sofferenza nel pensare ai propri cari intrappolati in un paese in guerra; nelle sue parole c’è anche il senso di impotenza di chi nulla può fare, se non documentarsi attraverso i media, i social e le telefonate con gli amici e i parenti rimasti lì. Probabilmente il senso di impotenza è lo stesso che ha spinto tanti europei e molti valdostani ad adoperarsi per portare i primi aiuti, dare la disponibilità ad accogliere alcune famiglie o scendere in piazza per  invocare la pace. “Vedo che sia in Francia, dove ho appena finito lo stage, che in Italia, sono tante le persone che supportano il mio paese.  – dice Karolina – Ho partecipato ad alcune manifestazioni a Parigi e questo non può che farmi piacere.”

Fortunatamente la storia di Karolina ci fa vedere il volto di un’Europa dove ci si sposta non per scappare ma per viaggiare; dove una ragazza nata in Ucraina, si trasferisce a Salerno, viene a studiare in Valle d’Aosta dove sceglie di andare a fare uno stage a Parigi e ci fa vedere quanto “l’Europa dei popoli” immaginata da Mazzini sia più vicino di quanto pensiamo.

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