Mentre il Consiglio regionale decide sul Castello di Introd di lasciare lavorare la Regione, bocciando la mozione presentata da Pcp, dall’Assemblea cittadina di Introd arriva invece la richiesta formale a Piazza Deffeyes ad esercitare il diritto di prelazione.
Giovedì scorso nell’adunanza del Consiglio regionale, respingendo la mozione presentata dalla consigliera Chiara Minelli, il presidente della Regione Erik Lavevaz aveva spiegato il lavoro condotto dagli uffici regionali. Da una parte la verifica legale della procedura amministrativa, dall’altra la verifica della congruità dell’offerta, “che non è un passaggio banale perché siamo una pubblica amministrazione ed è attraverso la perizia che sarà valutato il suo valore” e infine la sostenibilità futura di gestione del bene.
Ad accompagnare la richiesta di prelazione, anche parziale (ovvero limitata ad una parte del bene), l’impegno dell’Amministrazione comunale di Introd, messo nero su bianco nella delibera approvata venerdì scorso, non solo a proseguire la gestione del Castello, ma anche a far crescere la sua attrattività turistica. In campo vengono messi accordi con enti e associazioni per implementare gli eventi, ma anche il miglioramento della cartellonistica e della viabilità, oltre alla programmazione di investimenti, da concordare e realizzare in collaborazione con la Regione, per progettare e realizzare un sistema di illuminazione esterna del Corpo principale del Castello, del parco e del granaio e interventi indispensabili perla messa in sicurezza del piano superiore, ora non accessibile al pubblico.
A testimonianza del legame fra gli abitanti di Introd e il Maniero, anche le proposte arrivate all’Amministrazione comunale “che ventilano l’istituzione di una fondazione a cui potrebbero partecipare vari enti pubblici, aziende pubbliche, aziende private e persone fisiche oppure, in alternativa, l’ipotesi di inserire la gestione del castello in una fondazione già esistente e non siano mancati suggerimenti relativi all’uso del Castello e del suo parco che comprendono eventi artistici, iniziative educative e ricreative per la comunità, corsi amatoriali e scuole professionali, eventi pubblici e privati”.
La richiesta di prelazione alla Regione è stata condivisa nei giorni scorsi anche dall’Unité Grand Paradis che, in una delibera evidenzia come “il passaggio della proprietà a privato costituisca un inappellabile ostacolo a qualunque sviluppo del sito in senso pubblico, precludendo ogni volontà successiva di conservazione del bene nell’ambito del patrimonio storico e culturale pubblico valdostano, oltreché un grave nocumento allo sviluppo locale”.