Brachet Contul riconfermato segretario Anaao: “Serve un patto per la sanità”

A dirlo il neo segretario del sindacato medico, che parla dei problemi della sanità valdostana e mette in campo proposte per il futuro: "I quattro anni passati sono stati disastrosi. Adesso il passo è cambiato, ma abbiamo davanti due anni cruciali".
Riccardo Brachet Contul
Sanità

Il medico chirurgo, e dirigente di Chirurgia generale, Riccardo Brachet Contul, è stato riconfermato segretario regionale di Anaao Assomed, principale sindacato della dirigenza medica e sanitaria. Assieme a lui – eletti nel congresso dello scorso 7 giugno – a far parte della Segreteria per i prossimi quattro anni saranno Antonio Ciccarelli (vicesegretario), Laura Caramanico (responsabile amministrativa), Marco Di Giovanni (responsabile amministrativo), Chantal Ducret (responsabile Anaao Giovani) e Patrizia Agnese Falcone (responsabile Dirigenza sanitaria).

L’occasione, alla fine di un mandato e all’inizio di uno nuovo, è quella per fare il punto sulla complessa situazione della sanità valdostana.

Brachet parla di “Anni difficili, complicati, complessi. Anni caratterizzati da tagli sistematici alla sanità pubblica, instabilità politica regionale e, conseguentemente, stallo decisionale a livello aziendale con mancanza totale di progettualità. A tutto ciò si è aggiunta la tempesta perfetta dell’emergenza Covid che ha colto impreparato ii sistema sanitario valdostano sia territoriale che ospedaliero per ben quattro volte, praticamente tutte le ondate”.

A questo si aggiungono altre criticità: “Assenza di adeguate strutture sanitarie, un territorio non funzionante, un nuovo ospedale in attesa di costruzione da dieci anni, il taglio sistematico di posti letti e di reparti e di dipartimenti”.

La sanità di domani, quanto fa l’ambiente di lavoro

Oltre il passato, però, il segretario Anaao mette in campo ciò che serve per aggiustare la rotta, in vista del futuro: “Ora si attendendo con urgenza e in ordine di priorità il recupero immediato di ben 52 letti attualmente non disponibili, 44 a danno dell’abbattimento della lista di attesa per i pazienti in attesa di chirurgia e 8 di quelli di area medica, ma anche un nuovo atto aziendale e riorganizzazione aziendale delle figure gestionali in ambito di risorse umane della dirigenza e del comparto, con il coinvolgimento di persone competenti, capaci di aggregare e stimolare i lavoratori e di creare un sano e confortevole ambiente di lavoro”.

Punto sul quale Brachet insiste: “Ne gioverebbero tutti, soprattutto i cittadini. Aspettiamo una rivalutazione del personale che lavora, più attenzione nei confronti della gestione delle risorse umane. La Direzione generale ha intrapreso una via di riconoscimento economico che auspichiamo però ora riguardi tutti gli operatori sanitari. Alcuni incentivi economici e professionali sono stati istituiti con l’intento per premiare. Però la gente che lavora va trattata bene”.

Le altre richieste che il sindacato medico mette in fila sono quelle di “un ospedale nuovo, con più letti, più accessibile, più vivibile. Invece assistiamo da anni ad un cantiere quotidiano, a cielo aperto”.

Il mix che porta alla fuga

Il mix tra l’ambiente, le condizioni del “Parini” e quelle lavorative rischia di essere esplosivo: “Stop alle fughe di medici, infermieri, stop concorsi deserti, stop esternalizzazione dei servizi che non danno continuità assistenziale e si riduce la qualità del servizio. Serve una sburocratizzazione reale delle prestazioni mediche: la filiera amministrativa dovrebbe facilitare e semplificare l’atto medico e sanitario invece che renderlo sempre più farraginoso costringendo i sanitari a stare sempre più seduti davanti al computer piuttosto che vicino all’assistito”, dice Brachet.

Che aggiunge: “Molta gente va via da qui perché lavora male. Questo ha una ragione economica, da un lato, ma accade anche perché il Pariniè mal strutturato e vecchio e perché gli operatori sanitari, tutti, non sono valorizzati come persone e professionisti”.

I numeri della “fuga” dei medici dalla Valle – Brachet stesso parlava di una “situazione inquietante” – erano già stati snocciolati da Anaao. Oggi il segretario regionale aggiunge: “Dal 2017 al 2021 ben 99 medici anni hanno abbandonato per un motivo o per l’altro l’ospedale.

Finalmente si è assistito a un cambio di persone in alcuni posti determinanti per la gestione della sanità pubblica; persone al momento capaci di decidere, di prendere visione oggettiva delle criticità persistenti; persone inoltre dotate di sensibilità e capacità di ascolto delle giuste e incontrovertibili osservazioni e proposte che più volte fatto con l’aiuto degli altri colleghi di altre sigle sindacali e con il sostegno dei lavoratori rimasti aresisterein Valle”.

“È evidente che negli ultimi 12 mesi è in corso un cambiamento, un cambio di passo. Le continue e ripetute segnalazioni dei sindacati, supportati dalla grave realtà dei fatti, hanno finalmente sensibilizzato la politica regionale che ha, invertendo una rotta evidentemente fallimentare, recepito e preso in carico le problematiche e ha condiviso parte delle soluzioni”.

Il problema della sanità territoriale. Quando il “filtro” non c’è

Tra i punti che la segreteria regionale Anaao ha sul tavolo c’è – prosegue Brachet – “un nuovo riassetto del territorio in termini strutturali e di risorse umane che faccia realmente da filtro per le patologie non acute e per la cura delle patologie croniche, perché attualmente non è così. Anche l’Azienda dice che ha problemi strutturali. Se il territorio non funziona, se non c’è un filtro adeguato si creano queste situazioni. Poi, se investi ma non tratti bene le persone non attrai i professionisti. I quattro anni passati sono stati disastrosi, i peggiori che ci siano mai stati dal concepimento del Sistema sanitario nazionale com’è ora. Adesso il passo è cambiato, ma abbiamo davanti due anni cruciali. O si completa il cambiamento o è la fine per tutti”.

Il “patto” per la sanità

Cambiamento che passa anche da un’altra strada, da imboccare contemporaneamente: “Sono e siamo a disposizione per condividere scelte e collaborare ma chiediamo anche che le nostre istanze vengano recepite, cosa che sta accadendo in parte negli ultimi mesi, mentre sino a poco tempo fa erano state completamenterespinte al mittente’ da parte delle precedenti gestioni aziendali e visioni politiche regionali e i risultati nefasti si sono, ahinoi, puntualmente verificati. È giunto il momento venga siglato unpatto per la sanità’ tra politica, cittadini, governo regionale, qualunque esso sia, e la Direzione dell’Azienda. Con il mutuo aiuto guadagnano tutti. Se si perde tempo, invece, ci rimette il cittadino”.

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