Silvia Brochet, ventottenne di Aosta, è stata accolta nell’Ambasciata d’Italia a Berna in occasione della festa della Repubblica per ricevere una medaglia, una pergamena e 1000 franchi svizzeri. L’Associazione degli accademici italiani in Svizzera – che ogni anno seleziona le migliori tesi in scienze della vita, scienze politico-sociali e STEM scritte da madrelingua italiani in Svizzera – l’ha premiata per la sua tesi di dottorato completata sotto la supervisione del Dr Philipp Engel, presso il Dipartimento di microbiologia fondamentale dell’Università di Losanna. La stessa università che Silvia ha visitato dopo la triennale a Torino e scelto per la sua laurea magistrale, il Master en sciences moléculaires du vivant.
Nei cinque anni di dottorato, Silvia ha studiato la comunità batterica che si trova nell’intestino delle api da miele. “Un ottimo modello per studiare le comunità batteriche”, spiega Silvia, “perché si trova in tutte le api da miele indipendentemente dalla loro collocazione geografica, quindi permette di ottenere risultati generalizzabili”. Con la sua tesi, Silvia voleva contemplare la diversità della vita: “Anche per i batteri ci sono tantissime specie. L’idea era di capire come questa diversità venga mantenuta e come si origini. Uno dei risultati principali è stato di scoprire che molte di queste specie, nonostante siano simili, riescono a coesistere nell’intestino dell’ape perché, anziché competere, si dividono i nutrienti”.
Dopo gli studi al Liceo classico di Aosta, Silvia ha frequentato la triennale di Biologia all’Università di Torino, scegliendo di spostarsi in Svizzera solo per la magistrale. “La facoltà di Biologia di Torino è ottima e mi ha dato una buona preparazione”, racconta Silvia. “Uno dei motivi per cui ho deciso di studiare in Svizzera è che l’anno in cui ho finito la triennale hanno cambiato il master a UniTo, decidendo di impartirlo in inglese. Ho pensato che per studiare in inglese a Torino potevo farlo direttamente all’Università di Losanna, che ho visitato grazie ad alcuni amici che la frequentavano. Mi sono potuta iscrivere anche grazie ai miei genitori che mi hanno supportata economicamente, visto che il costo della vita qui è più elevato”.
Ora, l’idea di Silvia è di restare in Svizzera, dove i fondi per la ricerca e le condizioni di lavoro sono migliori, anche se “trovare lavoro non è sempre automatico”. Lei però ci è riuscita ed ora è assistente di ricerca in un laboratorio dove ci si occupa del suolo. “L’obiettivo è di studiare la microbiologia del suolo e in particolare come il cambiamento climatico può avere un impatto sugli organismi che ci vivono. Il mio compito è di inserire lo studio dei batteri nel laboratorio”. Per ora, quindi, la Svizzera è più attraente dell’Italia, anche se, confessa Silvia, “se qualcuno mi offrisse un lavoro in Valle d’Aosta potrei pensare di tornare”.