Con la stagione autunnale oramai alle porte, l’impennata dei prezzi del pellet che molti residenti utilizzano per stufe e caldaie non fanno che incrementare anche il malcontento generale. Aggirandosi tra i rivenditori locali, tuttavia, si respira un’aria di disagio e incertezza ancora maggiore, dettata dai forti ritardi nella consegna delle merci e da un rialzo del costo netto che minaccia di superare persino il raddoppio.
La corsa al pellet
È la paura del freddo imminente o il timore dell’incremento dei costi del materiale a spingere molti utenti ad anticipare di settimane la spesa settembrina per i sacchi di pellet che alimentano le loro stufe e le loro caldaie durante l’inverno.
“I soli due bancali speditici in questi giorni dall’azienda sono stati venduti immediatamente anche in assenza dei consueti sconti che normalmente applichiamo in estate e che quest’anno invece non siamo stati in grado di offrire alla clientela per via della costante mancanza di forniture, a mio avviso strategicamente prolungata sino all’avvento dell’autunno e all’aumento progressivo delle necessità da parte della popolazione – ha spiegato Lorenzo Trombini, responsabile della Prealpina di Saint-Christophe, che non si capacita di come, nonostante le limitazioni dovute al conflitto che divide Russia e Ucraina, anche l’arrivo nei negozi della merce proveniente dall’Italia sia stato interrotto -. Purtroppo l’onestà di molti esercenti viene meno nelle situazioni più drammatiche e difficili per i loro acquirenti, tanto che alcuni finiscono con lo speculare sulle richieste dei compratori facendo lievitare i prezzi pattuiti durante le trattative preliminari per l’ordine all’atto dell’acquisto effettivo”.
Costi oltre il duecento percento
La riduzione dalle passate trenta a soli quattro unità dei bilici attualmente posseduti dalle ditte di distribuzione ai fornitori dell’ipermercato Conad di Saint-Christophe ha quest’anno costretto gli stessi a interromperne la distribuzione sino all’accumulo di nuove scorte.
“Riferitici non più al maggior produttore europeo di pellet, ovverosia la Russia, bensì ad altri paesi che tuttavia sono in grado di reperirne e di conseguenza di esportarne in quantità inferiori, in questo periodo ci troviamo sprovvisti di scorte e costretti a impegnarci nella ricerca di ulteriori grossisti rispetto ai soli due di una volta – ha commentato il responsabile Bogdan Codrescu -. Escludendo i dubbi circa l’effettiva mancanza o la volontaria non consegna da parte delle aziende, prevediamo quest’anno una variabilità settimanale dei prezzi, in un solo anno passati da circa cinque euro sino agli otto euro al sacco e in inverno quasi sicuramente in crescita sino ai dodici euro”.
Riscaldamento alternativo
A causa di tale perdurante clima di incertezza e delle crescenti problematiche finanziarie legate ai recenti rincari alimentari ed elettrici, molte saranno le famiglie che sceglieranno di riconvertirsi a stufe e caminetti a legna o a caldaie e impianti a metano o a gpl, maggiormente convenienti ma anche nettamente più dannosi per l’ambiente rispetto al solo pellet.
“Molti sono già stati gli ordini raccolti dalla nostra ditta nel corso di queste settimane ma purtroppo a oggi non possiamo di fatto garantire ai nostri clienti di avere le risorse e la merce necessarie a soddisfarli tutti quanti – ha ammesso Beppe Rebora di Rebora Point -. Poche forniture e assenza totale di materiale lamentate anche dai nostri colleghi rivenditori palesano una situazione drammatica che ci accomuna a molti altri paesi europei tra i quali la Francia e che porterà i prezzi di quello che in fondo altro non è se non un pugno di segatura a gonfiarsi a dismisura”.
Distribuzione alternativa
Inaugurato nel mese di novembre del 2020 e largamente utilizzato dagli acquirenti aostani e non, il distributore automatico di pellet sito in Corso Ivrea ad Aosta rappresenta un servizio di self-service attivo tutti i giorni e tutto l’anno, il quale strizza l’occhio anche all’ecologia grazie al meccanismo di fornitura di un solo sacco di plastica erogato all’atto del primo acquisto e successivamente riutilizzato per le compere successive.
“Il prezzo della merce distribuita dalla macchinetta ha un costo lievemente inferiore rispetto a quella da negozio poiché sfusa e invita a un uso maggiormente consapevole della plastica sensibilizzando l’utente al riciclo – hanno spiegato dalla ditta ideatrice, peraltro fornitrice di molte aziende del territorio -. A differenza di altri commercianti noi ci riforniamo direttamente dalla nostra fabbrica di fiducia, che attualmente, pur non garantendoci la stabilità di un costo annualmente fisso, è comunque in grado di assicurarci la consegna regolare di un prodotto che riproporremo ai nostri clienti calibrandone la cifra di acquisto sulla base degli aumenti registrati nel settore dei trasporti”.
Una risposta
Com’è che in Francia lo trovi ancora a 5 euro ? così chiedo per un amico .