Quando l’ecosostenibilità degli impianti incontra la qualità dei prodotti offerti, anche un’azienda storica è in grado di proiettarsi con sicurezza e fiducia verso il futuro: è quanto auspica la Saint-Roch, che ha da poco scelto di direzionare in chiave maggiormente sostenibile la propria filosofia aziendale. Nata alla fine dell’Ottocento e a oggi punto di riferimento di artigianalità tanto valdostano quanto internazionale, la distilleria di Quart ha da poco rinnovato alcuni settori del proprio stabilimento strizzando l’occhio alle fonti rinnovabili e alla riduzione della propria impronta energetica: l’occasione di lanciare e diffondere il progetto è stata una conferenza stampa ospitata oggi, mercoledì 24 agosto, all’interno dello stesso stabilimento.
Pannelli solari e impatto zero
Incamminatasi sul percorso della sostenibilità già dieci anni fa grazie all’installazione di alcuni pannelli fotovoltaici ad alimentare l’impianto produttivo dell’azienda, la Saint-Roch è tuttora impegnata nella tutela e nella valorizzazione del territorio locale.
“Grazie ai duecentocinquanta chilowatt di potenza autoprodotti, cui a breve andranno ad aggiungersi ulteriori cento chilowatt grazie all’incremento del numero di pannelli solari che nutre il nostro stabilimento, siamo stati in grado di abbattere le nostre emissioni di anidride carbonica nell’atmosfera di centosessantotto tonnellate l’anno – ha spiegato Alessandro Rosset della quarta generazione di gestori dell’azienda, ricordando anche l’impegno green profuso sul piano della mobilità grazie alla creazione di colonnine di ricarica elettrica gratuita nel piazzale antistante lo stabilimento -. Crediamo importante compiere pochi ma significativi passi in avanti nella lotta ai cambiamenti climatici, per esempio utilizzando energia rinnovabile per luci e riscaldamento dei nostri reparti oppure cedendo alla rete nazionale parte della nostra produzione energetica estiva eccedente, nell’ottica di una crescente autosufficienza e di una maggiore prontezza nella riduzione dell’impatto di inquinamento sul Pianeta”.
Il nuovo impianto
Conscia della crescita della domanda produttiva tanto a livello nazionale quanto a livello internazionale, la Saint-Roch ha voluto quest’anno investire risorse pari a circa due milioni di euro per l’annessione di un nuovo alambicco a colonna capace di triplicare la capacità totale dello stabilimento sino a raggiungere la soglia di millecinquecento litri oltre che incrementando rapidità e pregio della distillazione.
“L’ampliamento e l’ammodernamento della distilleria sono finalizzati a rispondere alle esigenze recentemente messe in campo dall’espansione della viticoltura valdostana nonché a mantenere elevati gli standard qualitativi della nostra produzione attraverso l’utilizzo di tecnologie moderne quali caldaie scaldate con un generatore di vapore totalmente elettrico in quanto servito non più da gas metano bensì dall’energia proveniente dai nostri pannelli – ha spiegato Matteo Moretto, enologo e responsabile tecnico di produzione di ambedue distilleria e cantina dell’azienda -. È così che grappe e distillati di frutta, erbe e bacche vengono trattati tramite infusione alcolica sfruttando il vapore dell’alambicco che, fluendo all’interno del prodotto, permette un’estrazione purissima delle sostanze aromatiche che lo caratterizzano”.
Un impegno locale
Gli sforzi della Saint-Roch agiscono anche nella direzione della valorizzazione del paesaggio e dei prodotti locali tramite il riferimento a una filiera interamente valdostana e tramite alcune iniziative quali la promozione dell’indicazione geografica per il Génépy nostrano.
“Distilliamo whisky direttamente dal nostro orzo e attualmente siamo l’unica distilleria a produrre gin in Valle d’Aosta oltre che a raccogliere, nei nostri campi di Saint-Christophe, lo zafferano e il ginepro per il nostro celebre Ebo Lebo – ha proseguito Nicola Rosset, amministratore delegato dell’azienda fondata dai suoi stessi nonni -. Da qualche tempo, poi, siamo impegnati anche nel settore vitivinicolo con vigne dislocate su tutto il territorio regionale dalle quali traiamo bianchi come la nostra Petite Arvine e rossi che stiamo iniziando a far conoscere localmente”.
Sin dalla sua fondazione, la Saint-Roch è potuta crescere acquisendo altre aziende valdostane che, come lei, credessero nelle eccellenze artigianali della regione e nella loro diffusione estera.
“Il nostro impianto, tre volte più veloce di prima e capace di regalare risultati straordinari in termini di leggerezza e pulizia del liquore, è forse il primo in Italia e il terzo in Europa per potenza green – ha continuato il referente commerciale dello stabilimento, Angelo Sarica -. Siamo un team giovane e all’avanguardia ed è bello iniziare a raccontare davvero ciò che facciamo ogni giorno, dalla produzione sino all’esportazione all’estero dei nostri distillati, capaci di attirare nomi importanti come quelli di Joe Bastianich e del Four Season”.