In Valle termosifoni accesi solo il 22 ottobre, ma non in tutti i comuni

Anche in diversi comuni valdostani il piano di contenimento dei consumi di gas naturale prevede un posticipo del periodo di accensione dei termosifoni e la riduzione del funzionamento delle caldaie di un’ora su base giornaliera. Ma non in tutti i comuni.
Comuni

Non tutti i comuni valdostani saranno coinvolti da tutte le misure di razionamento dei consumi di gas per il funzionamento degli impianti di riscaldamento previsto dal Piano messo in atto dal Ministero della Transizione Ecologica per realizzare da subito risparmi utili per prepararsi a eventuali interruzioni delle forniture di gas dalla Russia reso noto nei giorni scorsi.

Entro la fine di settembre 2022 sarà modificato l’attuale regolamentazione della temperatura degli edifici privati e degli orari di accensione giornaliera degli impianti. Il piano prevede l’abbassamento di un grado (da 20° a 19° con due gradi di tolleranza) per tutti gli edifici ad esclusione di quelli sensibili come gli ospedali e le case di cura. Per i locali adibiti a attività industriali e artigianali la temperatura fissata per legge scende invece a 17°.

Sempre il piano prevede l’accorciamento del periodo di accensione dei termosifoni di 15 giorni e il funzionamento delle caldaie dovrà ridursi di un’ora su base giornaliera. Sarà possibile, quindi, in autunno avviare gli impianti di riscaldamento 8 giorni dopo – in Valle d’Aosta equivale al 22 ottobre – mentre in primavera, al termine della stagione “fredda”, andranno spenti 7 giorni prima ovvero per la nostra regione il 7 aprile. Il tutto con una limitazione anche orario di accensione delle caldaie che non potranno funzionare per più di 13 ore al giorno.

Non tutti i comuni valdostani però saranno coinvolti da queste ultime limitazioni relative ad accensione posticipata e riduzione oraria. Il decreto ministeriale suddivide l’Italia in 6 zone climatiche, da quelle più calde (la zona A) in cui rientra ad esempio Lampedusa alle realtà di montagna con clima più rigido (zona F) in cui si collocano numerosi, ma non tutti, i comuni valdostani di media o alta montagna o situati all’Envers, il versante meno esposto al sole.

Solo per queste realtà non sono previste limitazioni per cui all’arrivo dei primi freddi potranno mettere accendere il riscaldamento anche prima del 22 ottobre.

Comuni valdostani in zona climatica E

Aosta, Arnad, Aymavilles, Bard, Chambave, Champdepraz, Donnas, Gressan, Hône, Issogne, Jovençan, Montjovet, Pollein, Pont-Saint-Martin, Pontey, Quart, Saint-Christophe, Saint-Marcel, Sarre, Verrès e Villeneuve.

Comuni valdostani in zona climatica F 

Allein, Antey-Saint-André, Arvier, Avise, Ayas, Bionaz, Brissogne, Brusson, Challand-Saint-Anselme, Challant-Saint-Victor, Chamois, Champorcher, Charvensod, Châtillon, Cogne, Courmayeur, Doues, Emarèse, Etroubles, Fénis, Fontainemore, Gaby, Gignod, Gressoney-La-Trinité, Gressoney-Saint-Jean, Introd, Issime, La Magdeleine, La Salle, La Thuile, Lillianes, Morgex, Nus, Ollomont, Oyace, Perloz, Pontboset, Pré-Saint-Didier, Rhêmes-Notre-Dame, Rhêmes-Saint-Georges, Roisan, Saint-Denis, Saint-Nicolas, Saint-Oyen, Saint-Pierre, Saint-Rhémy-en-Bosses, Saint-Vincent, Torgnon, Valgrisenche, Valpelline, Valsavarenche, Valtournenche e Verrayes.

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