Sperimentato al “Parini” un farmaco innovativo per curare il tumore al seno

È un farmaco "immunoconiugato", formato da un anticorpo monoclonale ed un tradizionale chemioterapico. È stato messo a disposizione della prima paziente valdostana, quarantenne in progressione di malattia dopo due linee di terapia. È utile nella terapia del tumore della mammella triplo negativo, per il quale non sono disponibili terapie biologiche efficaci.
Ospedale Parini
Sanità

“I progressi della Medicina Oncologica sono spesso caratterizzati da piccoli passi, ma la continua scoperta di nuovi farmaci negli ultimi 20 anni sta cambiando la cura di molte patologie oncologiche. La registrazione e la rimborsabilità dei nuovi farmaci da parte di Aifa, tuttavia, spesso richiede tempi lunghi, e tali farmaci divengono disponibili per l’uso clinico molti mesi dopo la loro introduzione nel mercato statunitense ed europeo. In queste circostanze molte aziende farmaceutiche oggi ci mettono a disposizione i farmaci approvati da FDA ed EMA a costozero’ in attesa della registrazione Aifa”.

A spiegarlo è la dottoressa Marina Schena, direttrice della struttura di Oncologia e Ematologia oncologica dell’ospedale “Parini” di Aosta, illustrando quanto è avvenuto per il farmaco Sacituzumab-Govitecan (Trodelvy), utile nella terapia del tumore della mammella triplo negativo (TNBC), una variante molto aggressiva per la quale oggi non sono disponibili terapie biologiche efficaci, se non per piccoli sottogruppi di pazienti).

Si tratta di un farmacoimmunoconiugato“, formato cioè da un anticorpo monoclonale che riconosce un antigene tumore-correlato (TROP2), iperespresso in alcuni tumori, coniugato ad un tradizionale chemioterapico (Govitecan) che viene veicolato preferenzialmente nelle cellule tumorali dall’anticorpo monoclonale.

Questo farmaco ha dimostrato una attività rilevante nel TNBC e rappresenta una possibilità terapeutica importante per queste pazienti.

“Grazie all’attività coordinata della struttura complessa Oncologia e della struttura complessa di Farmacia dell’ospedale ‘Parini’ il farmaco è stato messo a disposizione della prima paziente valdostana, quarantenne in progressione di malattia dopo due precedenti linee di terapia (chemioterapia e immunoterapia) – dice la dottoressa Schena –. Il nostro centro è stato uno dei primi ad utilizzare il nuovo farmaco con questa modalità nel nord Italia ed il primo centro ad utilizzarlo nell’ambito della Rete Oncologica del Piemonte e Valle d’Aosta”.

Una risposta

  1. Non si capisce come mai l’Alfa sui farmaci veri a tempi lunghissimi sui vaccini li approva al telefono

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