“Tutti parlano di sanità in campagna elettorale, poi in concreto non si ottiene granché. In Valle d’Aosta ogni nuovo avvenimento politico diventa un motivo per rallentare delibere e scelte a livello ospedaliero. Certe azioni incentivanti il funzionamento della sanità pubblica ospedaliera, invece, devono avere continuità e proseguire nel tempo”.
A spiegarlo, alla vigilia del voto per le Elezioni politiche, è Riccardo Brachet Contul, dirigente medico al “Parini” di Aosta e segretario regionale del sindacato Anaao Assomed, che parla in rappresentanza anche di Aaroi-Emac e Snr, il sindacato nazionale area radiologica.
Dopo oltre due anni di pandemia, la sanità è inevitabilmente finita al centro della campagna elettorale. Inevitabile, appunto, anche se Brachet chiede di uscire dall’agone politico per rientrare in altri binari: “Fa male il fatto che ora si parli tantissimo di sanità e che poi non se ne parlerà più – aggiunge il medico –. Si dirà che mancano i fondi, un brutto film drammatico purtroppo già visto”.
Prima e dopo (le elezioni)
L’attenzione di Brachet si concentra sul “dopo” elezioni. quando cioè, passata la “buriana” tutto rischia di finire sottotraccia, in primis nelle priorità delle varie agende politiche. “Qualsiasi sarà la situazione dopo il voto – spiega –, auspichiamo che le azioni per la sanità proseguano al di là delle turbolenze politiche e che ci sia un’azione congiunta di tutti partiti ed i movimenti. Insomma, che si prosegua nel decidere di legiferare in merito”. Anche perché “la salute del cittadino e gli operatori sanitari non possono aspettare e subire continuamente le dinamiche della politica”.
La “valigia” da portare a Roma
Cosa deve fare, a livello regionale, chi andrà a sedere sui banchi della Camera dei Deputati e del Senato? Il segretario Anaao ha le idee chiare: “Che portino a Roma le esigenze della popolazione e degli operatori sanitari pubblici sanitari valdostani. Questo a prescindere dall’orientamento politico dei candidati. In Parlamento andranno due persone a rappresentare i cittadini della Valle d’Aosta, e dovrebbe essere il loro compito, in sinergia con il governo regionale, qualsiasi esso sia. Serve il pragmatismo più totale”.
Questo – tornando all’inizio del discorso – per portare avanti azioni che non possono bloccarsi ad ogni impasse politica. Per spiegarlo, Brachet utilizza una metafora medica: “Anche se il governo regionale cambiasse serve una continuità legislativa, la terapia per l’ospedale deve proseguire visto che il paziente è grave. Al ‘Parini’, se un paziente cambia medico o infermiere la terapia continua. Deve essere così anche a livello di politica sanitaria”.
La “cura” per la sanità pubblica (e l’atto aziendale che non c’è)
“Le patologie della sanità sono stesse sia livello nazionale, sia locale – prosegue il medico –: la carenza di personale, il fattore economico e la soddisfazione professionale”. Ma non solo. Anzi, c’è un elemento che, stando a Brachet, sbloccherebbe la situazione.
Se non una soluzione definitiva, un passo decisivo: “Manca un atto aziendale che aspettiamo da almeno un anno e mezzo. È una delle priorità dell’Assessorato ma chissà perché è bloccato dalla non approvazione della legge regionale che rinnova la 5 del 2000 (che contiene le norme per razionalizzazione dell’organizzazione del Servizio socio-sanitario regionale, ndr.). E questa legge latita. Perché? Bisogna aspettare le elezioni?”
“Prima infatti c’era il problema di avere una maggioranza instabile – continua –, ora l’appuntamento elettorale. Il tempo passa ma questo atto è fondamentale per dare un nuovo assetto all’ospedale, aumentare le Strutture complesse, essere più attrattivi per professionisti. È stato preso un nuovo Direttore generale, ma siamo bloccati da uno stallo politico. Mi chiedo come questo si possa spiegare a cittadini”.
Con una richiesta. Anzi una deadline: “La volontà dell’Assessorato c’è – aggiunge Brachet –, ma non si capisce perché non si tramuti in fatti concreti. Secondo noi, va approvato l’atto aziendale entro il 31 dicembre 2022. E siamo già in ritardo. È una forma di attrattività che definirà il nuovo assetto. Darebbe una visione sui professionisti da attirare e modificherebbe chi oggi gestisce il sistema ospedale, ci vuole un rinnovamento. Con queste cure importanti, ma semplici, si può invertire la rotta. Perché a paziente morto queste cure non serviranno più”.
Anzi, “Il problema è che l’ospedale è in stadio terminale e necessita di cure urgenti e ben specifiche. Senza queste il default è totale. Un nuovo atto aziendale rende possibile rinnovare figure e ruoli che finora si sono dimostrati poco efficaci per non dire fallimentari”, spiega ancora.
Chi (e cosa) manca?
Il segretario Anaao fotografa poi il “qui e ora”, partendo proprio dall’ospedale regionale: “Mancano 80 posti letto circa, nonostante non ci siano cifre alte per i pazienti Covid ed i ricoveri in rianimazione siano molto bassi. Ora pare che dai primi di ottobre si recupereranno una quarantina di letti. Poi, ormai, ogni 15 giorni, negli ultimi periodi, puntualmente le sale operatorie elettive vengono chiuse perché la situazione in Pronto soccorso è molto critica”.
“Questo – aggiunge – si somma ad una concausa molto importante che determina questi problemi: ci sono sempre più anziani ricoverati con patologie croniche. L’ospedale non riesce a rimandarli a casa. Manca un adeguato livello territoriale”.
Ma non solo: “Siamo sempre più in balia del ‘caporalato’ delle agenzie per la somministrazione del lavoro, le cosiddette cooperative. Alcuni reparti forniscono i Lea, ma proprio con poca attenzione alla qualità e con costi più elevati”.
E i concorsi?
Pochi giorni fa, dal Bollettino ufficiale regionale è emersa la notizia della “pioggia di concorsi” in Usl per medici, infermieri e tecnici di radiologia. Brachet spiega che “siamo contenti, ma se non siamo attrattivi economicamente e a livello di condizioni con la vicina Svizzera è un problema. Speriamo di esserlo ma sono piuttosto scettico”.
Tornando poi al “nodo gordiano”: “Certo che con un atto aziendale nuovo e le decisioni politiche messe in pratica le chance aumenterebbero. Invece c’è lo stallo, si convocano commissioni su commissioni. Tergiversare porta a far sì che la gente vada via e a concorsi semideserti, peggiorando il disagio lavorativo, mentre chi resta è sovrautilizzato per mantenere il livello dei servizi ed il ricorso alle cooperative aumenta, con costi ulteriori. E i cittadini restano fuori, con un incremento maggiore della mobilità passiva a scapito della regione. E tutto questo conviene al privato che ha aumentato significativamente sovvenzioni da parte dello Stato”.
Già, la famosa “attrattività”: “Se parliamo della famosa legge sull’attrattività, anche qui, siamo in stallo. È stata modificata per evitare l’impugnativa ma deve essere ancora approvata. Non è una norma sufficiente ma è un trampolino, anche per competere con la Svizzera. Deve però interessare tutte le figure professionali: dalla dirigenza a medici, infermieri, tecnici e Oss”.
Un “patto” con i cittadini
Se la politica nicchia, il segretario Anaao si rivolge (anche) altrove. “Mi chiedo cosa pensino i cittadini, perché dovrebbero essere solidali con i medici, gli infermieri, i tecnici. A noi non interessa più che ci ascoltino i politici, ma i cittadini devono capire situazione. Sono loro i primi a rimetterci. Chiedo che ci aiutino a sensibilizzare la politica valdostana perché intervenga e legiferi, in maniera apolitica e apartitica”.