Traforo Monte Bianco, ConsVda chiede “soluzioni che assicurino futuro certo”

Approvato, con il solo voto contrario di Pcp, un ordine del giorno che impegna il governo a interloquire con governo nazionale, autorità francesi e comunitarie, per scongiurare la chiusura.
Tunnel del Monte Bianco
Politica

La preoccupazione della Valle d’Aosta per le chiusure programmate per i prossimi 18 anni del Tunnel del Monte Bianco è ora nero su bianco in un ordine del giorno approvato nella serata di oggi, giovedì 1° dicembre, nell’ambito della discussione sul Documento di economia e finanza regionale 2023-2025. Con il solo voto contrario di Pcp, il testo licenziato impegna il Governo regionale e sollecita i parlamentari valdostani a: tutte le azioni presso il Governo nazionale affinché, nel rispetto dell’integrità ambientale delle vallate, si interloquisca con il Governo francese per trovare le migliori soluzioni tecniche, che assicurino un futuro certo all’itinerario attraverso il Monte Bianco anche con scelte di separazione del traffico. Al contempo si chiede al governo di interfacciarsi con le autorità regionali e locali francesi e le autorità comunitarie.

“C’è bisogno che i Governi francese e italiano si esprimano con chiarezza su queste chiusure, che peseranno anche sulla RAV che già non gode di bilanci floridi” ha evidenziato in aula l’Assessore Caveri. –  La Francia, al momento, ha espresso un no ad un tunnel parallelo alla canna attuale sotto il Monte Bianco, mentre pare esserci un’apertura su un tunnel per i mezzi pesanti con un tunnel di base.”

Sottolinea il bisogno di “separare il traffico in andata e in ritorno proprio per evitare di essere così penalizzati quando ci sono dei lavori” il capogruppo di Forza Italia Pierluigi Marquis, mentre per il vicecapogruppo della Lega VdA, Stefano Aggravi, “l’obiettivo di base è quello di scongiurare la chiusura di questo passaggio che è fondamentale per la Valle d’Aosta e non solo. ” Parole condivise da Marco Carrel di Pour l’Autonomie: “non possiamo permettere che la Valle d’Aosta resti chiusa ed è compito della politica coordinarsi per portare con maggior forza questo problema alle varie istituzioni.”

Per il Capogruppo di FP-PD, Paolo Cretier, “si tratta di un ordine del giorno importante che abbiamo sostenuto convintamente facendoci forza sul fatto che la Commissione europea sta riesaminando le Reti transeuropee dei trasporti e quindi è il momento giusto per inserire la nostra iniziativa che è a tutela della Valle d’Aosta, ma va concordata.”

Infine per il  Capogruppo dell’Union Valdôtaine, Aurelio Marguerettaz: “La certezza dell’apertura del transito fa la differenza e il raddoppio del tunnel non è sinonimo di raddoppio di traffico, bensì di raddoppio della sicurezza.”

Unica voce fuori dal coro quella di Pcp, con Chiara Minelli che ricorda come il “Consiglio regionale negli anni si è espresso più volte contro il raddoppio del Tunnel del Monte Bianco e noi rimaniamo coerenti con queste posizioni.”

Traforo Monte Bianco: le chiusure dei prossimi anni preoccupano la Valle d’Aosta

Le tre settimane di chiusura – dal 17 ottobre al 7 novembre – del Traforo del Monte Bianco sono state solo un “assaggio” di quello che accadrà in futuro, con l’ipotesi di chiusure programmate di tre mesi ogni anno per i prossimi 18.

“L’impatto che preoccupa è quello sui territori della regione transfrontaliera del Monte Bianco, che sarà frammentata nella sua continuità interna a causa delle lunghe interruzioni di circolazione nel traforo”, ha commentato il presidente della Regione, Erik Lavevaz, al termine di un confronto con tutti i soggetti economici, sociali e istituzionali valdostani interessati dalla problematica. “Siamo quindi di fronte a scenari che vanno osservati per poter assumere ogni possibile misura di mitigazione dei disagi e delle difficoltà che potrebbero derivare”. Ad esprimere “forte preoccupazione” sono stati anche gli amministratori locali, in particolare il sindaco di Courmayeur, Roberto Rota, e gli operatori economici, nello specifico i Presidenti della Chambre Valdôtaine, Roberto Sapia, e di Confindustria Valle d’Aosta, Francesco Turcato.

Per ciò che concerne la viabilità, i dati forniti dalla società Geie del Traforo del Monte Bianco indicano che nel periodo di interruzione della circolazione il traffico pesante si è spostato prevalentemente verso il Traforo del Frejus (88 per cento) e solo in minima parte nella direzione del Gran San Bernardo. Un diverso scenario riguarda il traffico leggero che si è redistribuito a metà tra il Frejus e il Gran San Bernardo.

A margine dell’incontro è stato affrontato anche il tema dell’ipotesi di costruzione di un’ulteriore galleria di collegamento tra Italia e Francia, attraverso la Valle d’Aosta e l’Alta Savoia, su cui il Presidente Lavevaz ha confermato “l’interesse delle istituzioni valdostane. Si tratta di un dossier, distinto e parallelo alla questione delle prossime chiusure del Tunnel, su cui siamo al lavoro anche attraverso interlocuzioni istituzionali: su questo argomento stiamo intensificando anche il confronto con le autorità francesi che fino ad ora hanno espresso alcune resistenze”.

Traforo Monte Bianco: ipotesi chiusure programmate nei prossimi 18 anni

Tre mesi di chiusura all’anno per i prossimi 18 anni. E’ l’ipotesi di chiusure programmate al Traforo del Monte Bianco, che sta facendo tremare il mondo industriale, ma non solo. Se ne era discusso il 21 novembre in Confindustria Genova, dove è intervenuto il presidente nazionale Carlo Bonomi, che ha riportato un dato noto agli addetti ai lavori, ma finora mai emerso chiaramente.

“E’ vero” spiega l’Assessore alle Partecipate Luciano Caveri “è la ragione per la quale stiamo lavorando per trovare un dialogo con le autorità francesi. A breve tornerò ad incontrare il  presidente della regione Région Auvergne-Rhône-Alpes Laurent Wauquiez, che ci dovrà fare da tramite con il governo francese. Ho parlato anche con la senatrice Spelgatti della necessità di incontrare il Ministro alle Infrastrutture e mobilità Matteo Salvini. ”

Dialogo con le autorità francesi tutt’altro che semplice: “Abbiamo un primo ministro francese Bornes che aveva detto che il raddoppio del traforo del Monte Bianco non si sarebbe mai fatto, così come il presidente Macron. Al Traforo del Frejus sono però preoccupatissimi, perché il migliaio di tir che transitano al Tunnel del Monte Bianco si riverseranno fra la Val di Susa e la Valle della Maurienne. Questo è un tema serio, spiace che le autorità francesi non abbiano ancora capito la sfida che ci attende. “

L’alternativa alle chiusure di tre mesi per 18 anni era “la chiusura per tre o quattro anni”. 

Assieme alla società di gestione del traforo del Monte Bianco e alla società autostrade si sta progettando un incontro per “discutere della costruzione di un tunnel di una decina di km, che possa con un sistema di intermodalità, caricando quindi i mezzi su dei treni, portarli in Francia, nella Vallée de l’Arve. Certo che da soli non possiamo fare nulla, per questo è urgente porre un problema politico.”

Ai parlamentari valdostani l’Assessore porrà anche il problema del Traforo del Gran San Bernardo. “Servono 28 milioni di euro per l’impianto di aerazione. Fondi che i svizzeri hanno, mentre noi dobbiamo trovarli. Anche qui il problema è di carattere internazionale, perché entrambe le vie fanno parte della rete transeuropea dei trasporti e non si può pensare che queste vie vengano ridimensionate”.

 

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