L’idea di realizzare la trasposizione cinematografica del romanzo Premio Strega “Le otto montagne” di Paolo Cognetti , che uscirà nelle sale il 22 dicembre, è nata nell’estate del 2019 quando Felix van Groeningen e Charlotte Vandermeersch, la coppia che ha diretto il film, si trovava in vacanza in Italia. Dopo aver conosciuto l’autore, i registi hanno girato per mesi la Valle d’Aosta alla ricerca dei luoghi più adatti per restituire l’atmosfera del racconto. “La pandemia ci aveva confinati in casa e come molti avevamo un grande desiderio di spazi aperti, di rientrare in connessione con la natura. Uno dei temi principali del libro di Paolo Cognetti è proprio la natura ed è stato bellissimo, durante questo nostro percorso, esplorarne il romanticismo e la malinconia, ma anche la sua dimensione reale che può dimostrarsi pericolosa e spietata” ha dichiarato il regista in una nota, a proposito della scelta di girare un film ambientato in montagna. Poi nel luglio del 2020, la Film Commission Valle d’Aosta si è unita al progetto, ha spiegato la direttrice Alessandra Miletto, dando il suo contributo decisivo per la realizzazione del film.
Le riprese
Quello appena concluso è stato per van Groeningen “un film super logistico”, considerando come l’intera messa in scena de “Le otto montagne” sia dipesa fortemente dalla scelta delle locations e delle condizioni climatiche. “Il tempo è sempre un’incognita e in montagna tutto può cambiare da un momento all’altro. Per questo motivo è stato essenziale avere un planning flessibile che potesse essere cambiato a seconda delle condizioni climatiche” ha sottolineato il regista. A tal proposito, Vandermeersch ha spiegato: “In molte zone dove è stato girato il film non è stato possibile arrivare in elicottero; perciò, gli attori si sono dovuti allenare per poter affrontare lunghe camminate e raggiungere i luoghi delle riprese”. Parlando delle difficoltà incontrate lungo il percorso, i registi hanno citato tra le scene più complicate la salita sul ghiacciaio insieme ai bambini e la costruzione della casa durante i mesi invernali, duranti i quali la neve ha reso il lavoro particolarmente complesso se non, talvolta, impossibile.
Anche per gli attori raggiungere i luoghi delle riprese non è stato semplice. “Luca Marinelli soffriva di vertigini, l’allenamento è stato essenziale per superare questa paura. È arrivato in Valle d’Aosta mesi prima dell’inizio delle riprese e si è stabilito in un piccolo appartamento a Brusson per riuscire a calarsi nel personaggio” ha raccontato Groeningen. Durante le riprese tra gli interpreti, la troupe di produzione e gli abitanti del posto si è creato un forte legame, tanto che durante la pausa estiva i due attori protagonisti, Alessandro Borghi e Luca Marinelli, hanno preferito invitare le loro famiglie a passare le vacanze in Valle d’Aosta, piuttosto che spostarsi e rischiare di perdere quel contatto profondo che era venuto a crearsi con il personaggio da interpretare e il territorio. L’attaccamento alla Valle d’Aosta è stato un punto importante, sottolineato anche dal presidente della Film Commission Simone Gandolfo che ha evidenziato come il film sia stato capace di migliorare e far crescere il comparto produttivo della nostra regione.
Per quanto riguarda la fedeltà al libro i registi hanno spesso chiesto l’aiuto di Cognetti. Durante le riprese, lo scrittore ha seguito il film in qualità di “consulente artistico e consulente ai dialoghi”, ma in realtà, hanno spiegato van Groeningen e Vandermeersch, il suo ruolo è stato più simile a quello di un amico. “I registi mi chiedevano come mi vestivo da bambino negli anni Ottanta o come dovevano allestire l’interno di una baita”, ha raccontato Cognetti, “la mia era la consulenza di un amico sempre pronto a dare una mano”.
Il cast
La coppia di Alessandro Borghi e Luca Marinelli ha dimostrato che il successo di “Non essere cattivo” (Caligari, 2015), che li ha visti recitare l’uno a fianco all’altro, non è stato un semplice caso, ma che insieme, come interpreti e come amici, funzionano davvero bene. All’inizio i due attori erano stati scelti per interpretare ruoli opposti: “Ci è voluto un po’ per renderci conto che Luca sarebbe stato Pietro e Alessandro sarebbe stato Bruno, e non il contrario” hanno raccontato i registi, spiegando come la scelta si sia poi rivelata particolarmente azzeccata. Per quanto riguarda i ragazzi, invece, sono stati scelti due attori cresciuti in montagna in modo che potessero sembrare il più autentici possibili. Per trovare Bruno la troupe ha incontrato molti giovani attori provenienti da tutte le regioni del Nord Italia finché non sono stati individuati due ragazzi che avevano un legame speciale.
Una risposta
cosa volete che vi dica, piangero’ dal inizio alla fine, gia’ nel trailer e’ successo, ho un smisurato amore per la valle, e’ una cosa non controllabile, complimenti a tutti per l’ iniziativa, grazie che qualcuno pensa a produrre opere di un certo rilievo in questi contesti, come la s. Comencini regista del “quando la notte” ad alagna , con le difficolta’ sul luogo che non sono indifferenti. grazie di esistere.