Sono in totale 58 i nuovi progetti di telelavoro per gli impiegati del comparto regionale approvati con delibera datata mercoledì 14 dicembre scorso. I professionisti in regime lavorativo domiciliare andranno ad affiancare le attività dei loro 19 ulteriori colleghi a decorrere dal 1° gennaio 2023 e compatibilmente con disponibilità di strumentazioni adatte ed esigenze proprie.
Il telelavoro in Valle d’Aosta
Lo smart-working o lavoro agile permette al lavoratore di effettuare e portare a compimento le proprie mansioni giornaliere al di fuori della propria postazione di servizio ma utilizzando apposite tecnologie informatiche che ne consentano il collegamento con il proprio ente di appartenenza e il proprio responsabile. Tra i luoghi che possono accogliere il professionista figurano la sua abitazione nel caso del telelavoro domiciliare, una sede periferica gestita con altre istituzioni nel caso del telelavoro telecentrale e la sede di un ufficio differente rispetto a quello di appartenenza nel caso del telelavoro convenzionato. Nonostante l’assenza di effettive interazioni fisiche con il pubblico, il dipendente non soltanto deve poter avere modo di confrontarsi con i propri colleghi ma deve anche rendere le proprie attività quotidiane programmabili e verificabili in termini di risultato.
Progetti e obiettivi
Sul totale dei 61 posti di telelavoro disponibili all’interno delle singole strutture della Regione, sono state soltanto 59 le effettive domande presentate tra martedì 8 novembre e venerdì 25 novembre, tra le quali tuttavia una è stata giudicata non attivabile mentre le altre hanno ottenuto il via libera all’adozione del regime domiciliare.
Tra gli obiettivi legati alla promozione regionale di tali progetti si leggono “la razionalizzazione dell’organizzazione del lavoro, l’impiego flessibile delle risorse umane, la conciliazione con famiglia e vita privata, la lotta allo spopolamento delle località decentrate, il decongestionamento dei poli urbani e la riduzione dei costi di trasporto pubblici e privati”.
Manovra e smart-working
La Manovra 2023 firmata dal Governo Giorgia Meloni ha ottenuto ieri, venerdì 23 dicembre, l’avvallo della Camera dei Deputati con 197 voti a favore, 129 contrari e 2 astenuti; il prossimo step è rappresentato dal passaggio al vaglio del Senato previsto martedì 27 dicembre, dopo il quale il disegno di legge potrà essere definitivamente autorizzato entro la fine dell’anno.
Tra i vari punti salienti del testo figurano anche le variazioni apportate allo smart-working, il quale si trova prorogato sino al 31 marzo del 2023 soltanto per i soggetti cosiddetti fragili operanti sia nel settore pubblico che nel settore privato. Tra di essi figurano tutti gli individui affetti da gravi patologie croniche tra cui, per esempio, pazienti trapiantati, oncologici, immunodepressi, costretti a dialisi o aventi a che fare con condizioni patologiche quali scompensi cardiaci, ictus, diabete mellito, epatite cronica od obesità opportunamente certificate da un medico. Saranno esclusi dalla Manovra e dunque costretti a rientrare fisicamente nei propri uffici a decorrere da gennaio, invece, i genitori con figli di età inferiore ai 14 anni.
Una risposta
Il telelavoro è una cosa, lo smart working o ‘lavoro agile’ un’altra. Le nuove regole contenute nella manovra finanziaria non hanno niente a che vedere con i progetti di telelavoro attivati in Regione. Ma dall’articolo non si capisce.