A pochi giorni dall’inaugurazione del nuovo anno, il costo della benzina ha già subito un nuovo incremento. A causare tale impennata pari a quasi 20 centesimi al litro è stata la normalizzazione al livello del 21 marzo del 2022 delle accise su benzina e gasolio (+ 15 centesimi al litro) e sul gpl (+ 2,8 centesimi al litro).

Cause concomitanti
Dopo gli “sconti” governativi di circa 30 centesimi applicati dal premier Mario Draghi durante lo scorso mese di marzo 2022, già a novembre il costo dei carburanti aveva subito un aumento pari a circa 10 centesimi.
“Dalla scorsa domenica 1º gennaio la benzina è salita a 1,769 euro al litro e il gasolio a 1,839 euro al litro – spiega Elio Contoz dell’omonimo distributore di Nus -. Impossibilitate a utilizzare prodotti provenienti dalla Russia e pertanto vincolate alle importazioni da Paesi lontani, molte compagnie internazionali hanno dovuto ritoccare a monte i propri prezzi per poter fare fronte a spese più elevate di trasporto e raffinazione del petrolio”.
“Un bene primario”
Il decadimento dei benefici governativi datato sabato 31 dicembre 2022 non ha mancato di impattare nemmeno sui prezzi alla pompa del gpl, anch’essi lievitati di 4,3 centesimi al litro.
“Tale nuova ascesa di 18,3 centesimi al litro di benzina e gasolio non fa che integrare ulteriormente quelle imposte dirette sinora congelate portando il prezzo del gasolio da 1,71 euro al litro a 1,89 al litro e il prezzo della benzina verde da 1,75 euro al litro a 1,83 al litro – chiarifica Erminio Verducci del distributore Eni di Saint-Christophe -. Affinché l’economia riparta al meglio, sarebbe a mio avviso necessario eliminare definitivamente le accise su di un bene primario è fondamentale per gli spostamenti quotidiani di coloro che abitano località di montagna nelle quali i mezzi pubblici risultano insufficienti se non del tutto assenti”.