Se la Procura di Aosta ha presentato quest’oggi il bilancio sociale di mandato, ripercorrendo l’attività svolta nel 2022, il Tribunale ha spiegato il motivo per cui non ha elaborato il suo. “Me ne dispiace molto, ma la situazione del personale è tragica – ha detto il presidente Eugenio Gramola – e siamo anche sotto ispezione. Non c’è stata la possibilità materiale di farlo. Non si tratta, peraltro, solo di estrarre i dati statistici, ma anche di valutarli”.
21 persone su 35 in servizio
L’organico previsto è di 35 unità, mentre in servizio (considerando anche dei distacchi dalla Regione) vi sono 21 persone. Con il prossimo 31 marzo, poi, andrà in pensione un altro dipendente e un altro operatore forse lascerà il servizio il 30 giugno. “Con questo numero di dipendenti, – aggiunge il Presidente – il Tribunale avrà problemi veramente grossi. Avevo due direttori amministrativi, non li ho più. C’è qualche funzionario in più, ma per avanzamenti di personale già in servizio”.
Della linfa dovrebbe arrivare da un concorso che era fermo da tre anni, recentemente sbloccato, dal quale sono attesi quattro funzionari, che “per noi è una boccata d’ossigeno, solo che nel giro di un anno ne perdo altri quattro. Il livello di scopertura è tale per cui si può vivere solo sull’urgenza. Certo, non lasceremo mai detenuti in carcere. – puntualizza Gramola – Se ci fosse anche un solo dipendente, farebbe questo”.
Magistrati: un trasferimento
Per quanto riguarda i magistrati, l’organico ha visto una variazione, ma non è fonte di preoccupazioni. “Ha ottenuto il trasferimento una collega, che faceva solo civile. – ha ripercorso il Presidente – Però abbiamo ottenuto due giudici onorari di prima nomina, che ci danno una mano”. Peraltro, il posto che si è reso vacante “è già stato messo a concorso”.
Rito civile, raddoppiano le separazioni
Al di là dell’assenza del bilancio di mandato quale documento di rendicontazione dell’attività, il Presidente ha poi fornito uno spaccato del 2022, tratto dai programmi di gestione del Tribunale. Per il rito civile, spicca il raddoppio delle separazioni giudiziali, “che è veramente tanto” e i divorzi salgono del 50%. “Aumentano tanto le questioni previdenziali, ma sono cause seriali e ci dimostrano che, talvolta, gli indicatori statistici non sono esaustivi”.
Il contenzioso civile ordinario vede “pochissimi” procedimenti oltre i tre anni. Quattro sono antecedenti al 2018, otto sono del 2018 e tredici nel 2019. “Son tutte cause che hanno avuto dei problemi, – spiega il presidente Gramola – come consulenze tecniche e chiamate in causa ripetute, con termini di 90 giorni reiterati. Alla luce di questo, la situazione non è preoccupante”.
Dati che, sommati alle cifre dei fallimenti (non ci sono ad oggi procedure antecedenti al 2016 e per nel 2023 è prevista la chiusura di altre tredici), spingono il Tribunale a parlare di situazione “complessivamente favorevole” sul fronte civile.
Penale, è dicotomia monocratico/Gip
Diversa è la valutazione sul versante penale, in cui si rileva una “dicotomia tra il rito monocratico e l’ufficio Gip”. Nel primo caso, ci sono 153 procedimenti pendenti. Un numero che significa “che in un paio di mesi si smaltiscono, con le udienze fisiologicamente convocabili”. Lo scenario che si palesa per il Gip è invece quello di un ufficio “carico e i dati sono negativi”, ma analizzando la situazione agli occhi del Presidente sono emersi elementi che ridimensionano il quadro.
“Esistono 106 messe alla prova, per cui sono in corso i lavori. E’ fisiologico che durino 6 mesi/1 anno. – ha spiegato il Presidente del Tribunale – Poi ci sono i decreti penali. Ne abbiamo 212 richiesti, ma non emessi, dato derivante dal poco personale. Oltre a ciò, altri 243 sono emessi, ma pendenti perché oggetto di opposizione”. Considerato tutto ciò, “al Gip restano in carico 193 procedimenti”. L’obiettivo è quindi di “cercare di dare il più supporto possibile alla cancelleria del Gip”. Di fatto, ha concluso Gramola, “il Tribunale deve uscire da questa situazione, non può andare avanti così”.