Il rito alternativo è stato chiesto dal 66enne Angelo Camputaro Lavorgna, imputato di omicidio colposo e titolare dell’azienda per cui lavorava Giuseppe Dagostino, che perse la vita il 12 febbraio 2021 a Pré-Saint-Didier.
Rispetto al precedente tentativo, risalente al 18 febbraio scorso, il prezzo complessivo era sceso di oltre un milione di euro, ma nemmeno oggi per l’asta in Tribunale sono giunte delle offerte. Valutazioni sul futuro della dismissione.
I fatti a Verrès, dove l’uomo è stato arrestato dai Carabinieri della Compagnia di Châtillon/Saint-Vincent. Oggi, giovedì 5 maggio, in Tribunale ad Aosta l’udienza con rito direttissimo, in cui il giudice gli ha inflitto 2 anni e 10 mesi di carcere.
La sentenza di secondo grado ieri, martedì 3 maggio, a Torino. Si conferma così il verdetto emesso dal Gup Paladino l’8 giugno dello scorso anno. La vicenda era legata al presunto tentativo del dirigente di farsi togliere una sanzione.
Il fascicolo sull’uccisione, a coltellate, del pensionato di Saint-Christophe era stato riaperto lo scorso anno, dopo un’annotazione dei Carabinieri che ha introdotto nuovi elementi. Quattro le persone iscritte.
Per otto persone sono scattate le misure cautelari del divieto di dimora in Valle e nel comune di Aosta. Lo smercio avveniva soprattutto nei dintorni della stazione, dei giardini “Lussu” e del “fossato” delle mura romane.
La pronuncia di colpevolezza è arrivata dal Gup per i fratelli Daniele e Luciano Cordì. L’ex dirigente del Casinò Walter Romeo assolto “per non aver commesso il fatto”. Ha patteggiato Pasqualina Macrì, la quarta persona a giudizio.
L’imputato, un 42enne di origini marocchine, dovrà riconoscere anche una provvisionale da 20mila euro alla donna, costituitasi parte civile nel processo. Lui oggi è in carcere: ha violato, durante le indagini, il divieto di avvicinarsi a lei.
Il giudice ha inflitto 2 anni e 2 mesi a Gian Luca Colombero, di Cuneo, accusato anche di essere entrato in una piattaforma di e-commerce con le credenziali della donna, compiendo transazioni. I fatti a fine 2019.
Sei mesi di reclusione sono la pena (sospesa) applicata dal giudice Paladino ad un 25enne arrestato nella notte tra sabato e domenica. A rivolgersi al pronto intervento erano stati tre ragazzi, in piazza Plouves.
Le ha pronunciate il Gup del Tribunale oggi, lunedì 28 marzo, nel processo nato dall’inchiesta “Home Delivery” della Guardia di finanza, che aveva riguardato il periodo tra febbraio e maggio 2021, nel pieno della “terza ondata” Covid.
Con un’ordinanza, nell’ambito del processo ad un imputato accusato di essersi allontanato di casa mentre era positivo, il giudice Tornatore ha sollevato la questione di legittimità costituzionale. Il nodo: l’ordinanza del Sindaco è sottratta alla giurisdizione.
La parlamentare valdostana ha riportato in un post su Facebook le rassicurazioni ottenute dalla sottosegretaria alla Giustizia, Anna Macina. La procedura selettiva, per 7 funzionari, venne interrotta dall’emergenza Covid-19.
Riconosciute, in secondo grado a Torino, le attenuanti generiche a Christian Bredy, mentre Adriana Chiambretti, assolta dal Gup di Aosta, è stata giudicata colpevole. Per entrambi, l’accusa era di spaccio.
La Giunta di Aosta ha adottato lo schema di intesa che dovrà essere sottoscritto con il Presidente del Tribunale per avviare a prestazioni a favore della comunità coloro che sostituiscono pene detentive e pecuniarie.
Lo ha annunciato in Consiglio, intervenendo su una mozione del gruppo Lega VdA (poi ritirata), il presidente Erik Lavevaz, sottolineando che si sta valutando “la possibilità di adibire dei locali di circa 250 metri quadrati”.