Matteo Rosset, il giovane “quartein” product manager di farmaci per malattie rare a Bruxelles

Matteo Rosset, giovane classe 1996 di Quart, dopo aver intrapreso un percorso universitario a Grenoble nell’ambito delle biotecnologie, oggi è product manager di farmaci per malattie rare presso la Sanofi, azienda farmaceutica di Bruxelles tra la dieci più importanti al mondo.
Matteo Rosset e Sophie
Società

Matteo Rosset è un ragazzo classe 1996 di Quart. Da ragazzino praticava slittino su pista naturale, uno sport non certo usuale, ma che lo porta sin dalla giovane età a viaggiare. Come tanti adolescenti, Matteo non sa ancora cosa vuole diventare da grande, ma a dopo le giornate “porte aperte” decide di iscriversi all’Institut Agricole Régional: “I miei insegnanti mi consigliavano un percorso presso il Liceo Scientifico, ma sono rimasto colpito dallo IAR, mi è sembrata subito una scuola valida. Questa scelta mi avrebbe permesso di avere un mestiere nel caso non avessi voluto proseguire gli studi e, allo stesso tempo, mi avrebbe garantito una buona preparazione qualora avessi voluto continuare”.

Giunto al quarto anno, Matteo realizza che non si tratta della strada giusta per i suoi interessi che, nel tempo, si focalizzano sempre più nell’ambito scientifico, in particolare per i settori della medicina e delle biotecnologie. Inizia quindi a guardarsi intorno e, grazie ai consigli di alcuni conoscenti e di una professoressa, inizia a prendere informazioni rispetto ad un percorso di studi in medicina a Montpellier, in Francia, dove si trasferirà poi non appena diplomato.

Un’esperienza non certo entusiasmante: “Per la facoltà di medicina, in Francia, è previsto un metodo di selezione diverso da quello italiano. Tutti gli studenti frequentano un anno accademico e si viene selezionati in funzione dei risultati ottenuti. È stato un anno molto duro, soprattutto a livello psicologico, poiché vi era una fortissima competizione tra studenti. Ho capito così che non era quella la scelta migliore per me”. Matteo, a fronte di questa decisione, sceglie di spostarsi a Grenoble, dove si iscrive a un percorso di laurea in “Biotechnologies pour la santé” presso l’Université Grenoble Alpes.

Conclusa la triennale, e quindi conseguito il “bachelor degree”, Matteo prosegue gli studi nello stesso ateneo in “Sciences and Management for Biotechnologies – Biopharmaceuticals”.

“La scelta di studiare all’estero – racconta Matteo – è stata dettata dal desiderio di costruirmi un profilo più internazionale, sebbene anche in Italia esistano percorsi di studio validi. Ho scelto la Francia per via della conoscenza della lingua, anche se utilizzarla tutti i giorni e per tutto il giorno è una cosa ben diversa”.

A gennaio 2021 Matteo inizia lo stage, previsto per concludere il percorso scolastico, in un’azienda farmaceutica a Parigi, città dove poi lavorerà in altre aziende del settore.

Il desiderio di specializzarsi ulteriormente porta Matteo ad iscriversi a un Master in “Biotechnology & Pharmaceutical Management”, che gli permette di acquisire maggiori competenze anche a livello di marketing.

Raggiunto anche questo traguardo, per Matteo è ora di fare nuovamente i bagagli, questa volta per trasferirsi in Belgio, Paese in cui lo aspetta la Sanofi, un’azienda farmaceutica tra la dieci più importanti al mondo, dove diventa product manager di farmaci per malattie rare.

A Bruxelles Matteo vive con la compagna Sophie ed entrambi sanno che questa città non è che una tappa della loro carriera: “Abbiamo deciso di fermarci per un po’, ma sappiamo entrambi che presto o tardi ripartiremo, vogliamo fare esperienze lavorative altrove”.

Il rientro in Italia non è, però, ancora in programma: “Al momento non vedo delle opportunità. Sicuramente città come Milano hanno delle offerte anche interessanti, ma ho voglia di misurarmi con realtà, culture e soprattutto mentalità diverse. All’estero ci sono migliori occasioni per i giovani, poiché viene data loro più fiducia: spesso accade di essere responsabile progetto nonostante non si abbiano anni di esperienza, perché la mentalità è molto più aperta. Anche a livello universitario le condizioni sono molto differenti: esiste una forte partnership tra atenei e aziende private e questo agevola molto l’ingresso nel mondo del lavoro. In ogni caso sono ancora all’inizio della mia carriera, per cui il mio obiettivo è quello di crescere: se ci saranno offerte interessanti provenienti dal mio Paese le valuterò, così come quelle che arriveranno da altri paesi”.

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