Alla classica domanda degli addetti alla frontiera, “Qualcosa da dichiarare?”, ha risposto “No”. Nel controllo del veicolo seguito allo scambio con i funzionari dell’Agenzia delle dogane e i finanzieri, però, sono spuntate ventidue opere d’arte. Per questo, a una 34enne ucraina, fermata all’inizio del mese al traforo del Gran San Bernardo, mentre entrava in Italia dalla Svizzera, la Procura della Repubblica contesta ora l’importazione illecita di beni culturali.
Per la precisione, a bordo del mezzo guidato dalla donna sono stati trovati tredici quadri, due sculture e dei collage. Sono tutte opere di arte contemporanea ucraina, ricondotte dai doganieri ad autori quali Oleksandr Barbolin, Yuriy Vatkin e Stepan Ryabachenko. Alla domanda sulle ragioni di quel trasporto, la donna – che ha spiegato di essere una gallerista – ha risposto che la destinazione era Milano, per l’organizzazione di una mostra.
Ha anche detto che il trasporto fuori dall’Ucraina era dettato anche dalla volontà di “salvare” le opere visto il conflitto in corso. Il materiale era stato fermato amministrativamente (vista l’omessa dichiarazione doganale) e, dopo gli approfondimenti svolti con i Carabinieri del Nucleo Tutela del Patrtimonio Culturale, è emersa la rilevanza penale dei fatti. E’ quindi seguito il sequestro, nel frattempo convalidato dal Giudice per le indagini preliminari. Il fascicolo è affidato al pm Giovanni Roteglia.