Nuovi canoni per le grandi derivazioni d’acqua

Approvata in Consiglio Valle la legge sui canoni aggiuntivi per le concessioni di grandi derivazioni di acqua per uso idroelettrico. Le risorse aggiuntive andranno in parte al Bim per finanziare gli interventi previsti sulla carenza idrica.
Immagine di archivio - L'inaugurazione della Centrale di Champagne 2
Ambiente

Attesa da tempo, soprattutto dal Bim che aspettava i 4 milioni di euro promessi per dar corso ad una serie di interventi per far fronte alla carenza idrica, è stata approvata nel pomeriggio di oggi, mercoledì 19 aprile, con i voti della maggioranza la legge sui canoni aggiuntivi per le concessioni di grandi derivazioni di acqua per uso idroelettrico.

L’articolato, illustrato dal consigliere Antonino Malacrinò di FP-PD, prevede per le concessioni scadute, un canone aggiuntivo per l’esercizio dell’impianto, nelle more della riassegnazione della concessione. L’importo unitario della componente fissa del canone annuo è pari a 40,09 euro per ogni kW di potenza nominale media di concessione, mentre la determinazione della percentuale dei ricavi normalizzati, necessaria per la quantificazione della componente variabile, è determinata annualmente con la legge di stabilità regionale e non può eccedere la misura del 2,5%.
In Commissione sono stati approvati due emendamenti, uno dei quali posticipa, per il primo anno di applicazione della legge, al 30 novembre il pagamento della rata semestrale della componente fissa e il versamento del canone aggiuntivo.

Il relatore di minoranza Stefano Aggravi della Lega Vda ha lamentato la mancanza di “una reale visione d’insieme delle prospettive del nostro sistema idrico, sia per usi civili che a scopo idroelettrico”, ricordando le incertezze sull’evoluzione climatica, sulla titolarità delle concessioni di grande derivazione, ma anche la mancata approvazione del Piano di tutela delle acque.

Critiche sono piovute anche da Pcp, con la consigliera Chiara Minelli a sottolineare in aula come “la Valle d’Aosta si accontenta di avere il minimo indispensabile, senza tenere in conto i profitti eccezionali che ha accumulato l’idroelettrico in questi ultimi anni. Ci sono delle Regioni che chiedono ristori particolari in opere o in denaro ma per noi sarebbe più giusto prevedere una sorta di ristoro a tutti i consumatori che stanno pagando bollette esorbitanti, ma su questo quasi tutta l’Aula non ha la stessa visione”.

Troppo onerosi invece i canoni aggiuntivi per Forza Italia VdA. “Sono state sollevate delle situazioni di difficoltà, ad esempio aumenteranno il carico di gestione, anche amministrativa per le aziende. – ha evidenziato Pierluigi Marquis – Per i produttori sarebbe meglio sapere a inizio anno e non a consuntivo quanto dovranno versare alla Regione. Noi crediamo che si dovrebbe semplificare la vita a chi lavora e produce, senza creare difficoltà ulteriori.”

Per il Consigliere del Gruppo Misto Claudio Restano “si poteva fare di più e meglio: nessuna riflessione è stata condotta sul futuro della risorsa acqua potabile a tutela della salute pubblica. Riflessione che in un contesto di crisi idrica e di cambiamenti climatici è più che necessaria.”

Rispondendo alle critiche l’Assessore alle opere pubbliche Davide Sapinet, ha ricordato come “i canoni sono importanti per il sostentamento del servizio idrico integrato, rivisto con la legge regionale n. 7/2022, che necessita di un adeguato sostegno anche in funzione di un contesto anomale dovuto alla carenza idrica e all’aumento del prezzo dell’energia.”  Le scelte fatte sui canoni aggiuntivi sono invece per il presidente della Regione Renzo Testolin “il giusto punto di equilibrio che si posiziona tra chi ritiene che il provvedimento sia troppo oneroso e chi pensa che non lo sia abbastanza. Questa legge ci darà l’opportunità di fare delle riflessioni sulle future esigenze del Bim che saranno oggetto di valutazione in fase di bilancio di assestamento, così come le leggi di bilancio successive vedranno ancora l’assegnazione di importanti risorse all’ambito dell’efficientamento idrico”.

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