Domenico Falcomatà alla testa della Cgil valdostana

Il segretario uscente Viale, nella sua relazione, traccia un quadro allarmante: in un anno la ricchezza prodotta in VdA è scesa di 200 milioni, e la cassa integrazione nell'industria è cresciuta del 160%. Rollandin: "Altro che ripresa, è piena crisi".
Domenico Falcomatà
Economia

Cambio della guardia al vertice della Cgil valdostana: Claudio Viale ha ceduto le redini della segreteria a Domenico Falcomatà, già segretario regionale del settore della comunicazione Slc – Cgil, eletto con 46 voti a favori, 8 astenuti e 4 contrari.

Il passaggio di consegne è avvenuto durante il sedicesimo congresso della Cgil valdostana, che si è tenuto ieri e oggi, sabato 20 marzo, nell'auditorium di Morgex. Il clima congressuale non è stato dei più sereni, lo spettro della crisi economica, evocato in ogni discorso, a partire dall'acclamata relazione del segretario uscente, non ha mai abbandonato la sala. Dopo avere esaminato impietosamente la situazione nazionale, Claudio Viale si è dedicato alla Valle d'Aosta, affondando il proverbiale dito nella piaga. 

Aumentano infatti le imprese che prevedono di chiudere l'anno in corso con l'esercizio in perdita, mentre le esportazioni hanno subito in un anno un tracollo del 40%, quasi tutto a carico della Cogne Acciai Speciali e in generale del settore metalmeccanico. "Tutto questo – ha commentato Vialesi ripercuote in modo drammatico sui lavoratori del comparto. In un anno la cassa integrazione è quasi raddoppiata".

Il dato si fa allarmante specialmente per il comparto industriale, per il quale la cassa integrazione è salita del 160%, 300% se si tiene conto solamente della CI ordinaria. A conti fatti, quanti sono i lavoratori attualmente in mobilità? Il numero cresce così in fretta che è difficile stare dietro ai continui aggiornamenti. Infatti, si legge nella relazione, se alla fine del 2008 erano meno di 500 persone, nel novembre del 2009 erano già diventate 900. Il numero complessivo dei disoccupati è salito di mille unità, e ha raggiunto quota settemila. 

Nel lodare le misure anti-crisi adottate dalla Regione, frutto anche di un "confronto proficuo in cui sono state coinvolte le sigle sindacali", l'ex segretario della Cgil ha indicato alcune misure suscettibili di migliorare ulteriormente la situazione dei valdostani, e specialmente di coloro che rientrano nel 5% delle persone al di sotto della soglia di povertà. Innanzitutto sarebbe necessario un intervento legislativo di sostegno diretto e temporaneo al reddito.Prendendo spunto dalle politiche sociali di alcuni paesi del Nord Europa, il sindacato propone di garantire un reddito minimo per tutti. In secondo luogo, nella soppressione dei buoni carburante, la Cgil vede l'opportunità di riequilibrare la disparità sociale. Per questo motivo non condivide i criteri di assegnazione del contributo per il riscaldamento domestico individuati dalla Regione. "Diceva Don Milani: è iniquo dividere in parti eguali tra diseguali", ha chiosato Viale. 

Nel chiudere la sua relazione, l'ormai ex segretario ha indicato alcuni settori in cui la Regione dovrebbe investire energie per dare una scossa positiva al sistema Valle d'Aosta. Il primo obiettivo, ha sottolineato, è il rafforzamento della formazione universitaria e professionale, intesa come un motore di sviluppo della competitività. In secondo luogo, ha proseguito, occorre sostenere con scelte politiche forti il piano triennale dell'industria/artigianato, smettendo di assegnare più risorse al turismo e all'agricoltura che all'industria. Infine, ha concluso, serve un adeguato servizio di trasporti, con relativi investimenti per la tratta ferroviaria.

Il presidente della Regione, presente tra gli invitati, è intervenuto per commentare."Condivido la lucida analisi della Cgil, il 2010 non sarà l'anno della rinascita, in quanto siamo ancora nel pieno della crisi economica. Ci auguriamo – ha concluso Augusto Rollandin – che alcuni provvedimenti, come il piano casa, possano migliorare la situazione delle famiglie e dei lavoratori. Abbiamo inoltre aumentato le risorse per la ricerca, e fatto di tutto perché il polo di Verrès restasse al suo posto, a due anni dalla sua inaugurazione. Quando alla tratta ferroviaria, necessita di un intervento radicale, senza il quale resteremo tagliati fuori dal mercato e dalla competitività".

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