A bici e a piedi da Villarbasse al Cristo delle Vette per far pace con Gressoney e con il destino

I figli di Giuseppe Rosso e Miriam Curtaz, uccisi nel 2018 da un albero caduto sulla propria auto a Lillianes, si sono messi in cammino da Villarbasse, dove abitavano i genitori, per arrivare fino al Monte Rosa. Un gesto per ricordarli, ma anche per far pace con una valle e il loro destino.
Alberto Davide Rosso HD[]
Cronaca

Prima in bici e poi a piedi, da Villarbasse (Torino) al Monte Rosa. Non è la classica impresa sportiva, ma il cammino di due fratelli, Alberto e Davide Rosso, per “far pace” con una valle, quella di Gressoney, e il destino loro capitato. Era il 1° novembre del 2018 quando a seguito di un’eccezionale ondata di maltempo un albero era caduto a Lillianes sull’auto di Giuseppe Rosso, 74 anni e Miriam Curtaz, 73 anni, uccidendo entrambi. Il 6 luglio scorso i figli hanno provato a chiudere quella dolorosa pagina della propria vita, mettendosi in cammino fino al Cristo delle Vette.

Alberto e Davide Rosso sono partiti in bicicletta da Villarbasse (Torino), dove abitavano i genitori, sono transitati da Rivalta, sede dell’azienda fondata dai coniugi Rosso negli anni Settanta, e hanno raggiunto Gressoney, il paese natale della madre; hanno quindi proseguito a piedi verso il rifugio Orestes Hütte (2.600 metri slm) e il rifugio Città di Mantova (3.498 metri slm) sul Monte Rosa; il 9 luglio si sono arrampicati fino al Cristo delle Vette, in cima al monte Balmenhorn, a 4.167 metri slm, dove anno ricordato i loro genitori leggendo una poesia e strappando il foglio sul quale era scritta, lanciando al vento i brandelli carta, per poi rientrare nelle loro abitazioni di Ivrea e Torino.

“Il Cristo delle Vette – dicono i fratelli Rosso – rappresenta per noi un luogo di famiglia, perché qui sono stati sia nostra madre che nostro padre, e anche nostro nonno”. Complessivamente, Alberto e Davide Rosso hanno percorso 179 chilometri in 13 ore, superando un dislivello di circa 5mila metri. L’iniziativa è stata supportata da molti amici, anche con l’obiettivo di donare fondi alla Biblioteca Manfrediana di Faenza, danneggiata dall’alluvione del maggio scorso.

“Abbiamo compiuto questo cammino per far pace con la valle e con questo destino infame che ci è capitato.  – evidenziano i fratelli  Alberto e Davide Rosso –  È stato un gesto faticoso, necessario per pagare un prezzo e dire che adesso questo capitolo è finalmente chiuso”.

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