Il dato, per un territorio considerato per lungo tempo fra i più ricchi d’Italia, è abbastanza sorprendente: con una retribuzione media lorda di 18.047 euro, secondo l’Ufficio studi della CGIA di Mestre, Aosta è la città italiana del nord che, nel 2021, ha registrato stipendi più bassi nel settore privato.
L’elaborazione eseguita dall’Ufficio studi della CGIA di Mestre su dati Inps fotografa quindi uno squilibrio salariale importante del capoluogo regionale valdostano che si colloca solo al 60esimo posto tra le 103 realtà territoriali prese in considerazione. Se la retribuzione media lorda annua dei lavoratori dipendenti italiani occupati nel settore privato è di 21.868, in Valle d’Aosta il dato è più basso di quasi 4 mila euro.
Il divario si fa ancora più pesante se confrontato con le grandi città del nord ovest come Milano, prima in classifica con 31.202 euro, ma anche Torino la cui retribuzione media è di 24.506 euro o Novara (23.606) e Alessandria (23.177). Tra le città del nord si collocano più indietro in classifica rispetto ad Aosta solo Imperia, al 78esimo posto, con 16.186 euro e Rimini al 79esimo con 16.068. Questo in soldoni significa che un ipotetico lavoratore dipendente medio milanese nel 2021 ha percepito quasi 13mila euro annui in più del suo omologo aostano.
Salari più generosi nelle grandi città
Come si spiega questo fenomeno? Secondo la CGIA di Mestre l’applicazione su tutto il territorio italiano del contratto collettivo nazionale di lavoro avrebbe prodotto solo in parte gli effetti sperati di uniformità delle retribuzioni. Le disuguaglianze salariali continuano a prodursi nei diversi territori e in particolari nelle metropoli, dove hanno sede le grandi aziende e multinazionali che impiegano anche lavoratori più qualificati e tendenzialmente riconoscono ai propri dipendenti stipendi molto più elevati della media, e le aree più piccole e rurali.
Ad Aosta si guadagna meno ma si spende di più
Tra le variabili da prendere in considerazione, però, c’è anche il costo della vita che, nelle grandi città, è, senza dubbio, più elevato per gli alti costi di affitto, spostamento e servizi. Nello stesso periodo analizzato dalla Cgia di Mestre, il 2021, l’Unione dei consumatori – che ha compilato la ‘tradizionale’ graduatoria sempre sulla base dei dati Istat rispetto all’inflazione – ha evidenziato come la Valle d’Aosta sia la terza regione più cara di Italia con un’impennata del costo della vita del 2% e con un aggravio medio pari a 509 euro su base annua, 840 euro per una famiglia di quattro.