Dal 4 dicembre aprirà l’ambulatorio per le famiglie dei pazienti psichiatrici

L’ambulatorio si trova nella Struttura di Psichiatria in via Saint-Martin-de-Corléans, ad Aosta, ovvero l’ex maternità. Sarà attivo ogni mercoledì dalle 8.15 alle 14 con colloqui da 45 minuti.
USL - Ex Maternità
Sanità

Dal prossimo 4 dicembre il Dipartimento di Salute mentale dell’Usl aprirà il nuovo ambulatorio dedicato alle famiglie dei pazienti psichiatrici, che sarà attivo ogni mercoledì dalle 8.15 alle 14 con colloqui da 45 minuti. L’ambulatorio si trova nella Struttura di Psichiatria in via Saint-Martin-de-Corléans, ovvero l’ex maternità.

“Forniremo un supporto multiprofessionale a chi si prende cura dei pazienti psichiatrici, quelle famiglie e caregiver molto spesso sottoposti a stress e pressioni molto forti, che impattano in modo consistente sulla vita quotidiana – spiega la dottoressa Anna Maria Beoni, direttrice del Dipartimento e della struttura complessa di Psichiatria –. Non si tratta del classico colloquio sull’andamento del ricovero del paziente (per cui c’è già una procedura in atto), ma una presa in carico con supporto psicologico dove le persone verranno aiutate a potenziare le loro risorse psicologiche, a sviluppare nuove strategie per fronteggiare il percorso terapeutico e integrare l’esperienza di malattia dei loro cari nel percorso esistenziale. Tutto questo con le massime tutele di privacy, fiducia e trasparenza”.

Il coordinamento è in capo al dottor Anselmo Fosson, psicologo e psicoterapeuta, il cui ufficio sarà nella sede stessa. Il servizio coinvolge un’équipe DSM formata anche da educatori e infermieri – a seconda del bisogno rilevato – e all’occorrenza sarà attivata la consulenza dell’assistente sociale e delle Associazioni di volontariato convenzionate con il Dipartimento in un’ottica di impiego dei pari per esperienza.

L’invio – specifica l’Azienda sanitaria – potrà essere deciso esclusivamente dai sanitari onde evitare accessi impropri. Pertanto, gli addetti alla valutazione di tale necessità saranno gli infermieri Primary del paziente, gli infermieri/educatori case manager del territorio e del DH/ambulatorio, i medici del reparto o gli psichiatri territoriali, la psicologa della degenza e lo stesso dottor Fosson.

Il primo accesso, condotto dal medico, servirà come triage per capire l’effettiva necessità della persona e deciderne l’iter in base al bisogno emerso.

Il progetto – dice l’Usl – rientra negli obiettivi di “favorire una dimissione protetta del paziente psichiatrico che, sempre di più, necessita dello sviluppo di una rete territoriale di sostegno a partire da chi si prende cura dello stesso a domicilio, anche in ottemperanza alla Legge regionale 72/2022 e al Piano regionale della salute e del benessere”.

Lo psicologo e psicoterapeuta Anselmo Fosson
Lo psicologo e psicoterapeuta Anselmo Fosson

3 risposte

  1. Speriamo non sia ulteriore motivo di responsabilizzazione da parte del centro di salute mentale. Le premesse sono buone, ma le prese in carico devono avvenire anche nei pazienti difficili (90% dei casi).

  2. Si un’ottima cosa però da come ho capito riguarda solo parenti di persone ricoverate
    Invece per familiari e persone non ricoverate con problemi che forse non sembrano così evidenti ma ci sono e potrebbero peggiorare anche per questa categoria sarebbe utile un supporto
    È sempre il solito discorso che dobbiamo sempre aspettare che avvenga il peggio
    Mi spiace ma è così

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