Persone non autosufficienti, respinto il ricorso di un’associazione sulla delibera regionale

A impugnare davanti al Tar la delibera, con cui la Regione ha modificato alcuni criteri per l'assegnazione di contributi alle persone non autosufficienti, era stata l'Associazione La Casa di Sabbia Onlus. Il ricorso ritenuto in parte inammissibile per carenza di interesse e in parte respinto.
Società

“In parte inammissibile per carenza di interesse e in parte respinto“. Così il Tar di Aosta si è espresso sul ricorso presentato dall’Associazione La Casa di Sabbia Onlus, che nel marzo scorso ha impugnato la delibera regionale sulla “Disciplina dei criteri e delle modalità per l’erogazione dei contributi a favore delle persone con disabilità gravissima o affette da sclerosi laterale amiotrofica (SLA)”.

Sulla decisione del Governo regionale di non prevedere un criterio di priorità legato all’Isee per stilare una graduatoria tra i richiedenti da utilizzare in caso di incapienza dei fondi disponibili a soddisfare tutte le domande pervenute, la Regione ha dimostrato come in passato siano sempre state soddisfatte tutte le domande e che per il 2025 inoltre potrà inoltre attingere a maggiori risorse statali. Da qui la carenza di interesse secondo il Tar dell’Associazione a promuovere il ricorso.

Sulla seconda contestazione, ovvero la previsione di soglie Isee diverse per l’ammissibilità della domanda di contributo tra persone affette da Sla (90.000 euro) e persone affette da altra disabilità gravissima  70.000 euro), i giudici amministrativi hanno definito la questione inammissibile o infondato. Il Tar ricorda, in particolare, come “la determinazione delle soglie in questione rientra nell’ampia discrezionalità della Regione, alla quale il Giudice Amministrativo non può certo sostituirsi imponendo all’Amministrazione lo specifico contenuto delle scelte da adottare”.

E’ infine infondata la contestazione sulla richiesta ai beneficiari, tra i requisiti per accedere al contributo, del possesso di un “certificato di invalidità rilasciato da una Commissione preposta all’accertamento dell’invalidità stessa (civile, del lavoro, di servizio, di guerra, ecc.) dal quale risulti che il richiedente è in condizione di disabilità gravissima”, che porterebbe all’esclusione di alcuni beneficiari. La Regione ha dimostrato nel giudizio che “la valutazione delle patologie dei soggetti affetti da disabilità gravissima viene concretamente effettuata dall’ufficio istruttore per tutte le forme di disabilità gravissima”.

Persone non autosufficienti, finisce davanti al Tar la delibera regionale

11 marzo 2024
Il “trattamento discriminatorio causato dalla diversità delle soglie Isee tra le persone con disabilità gravissima affette da Sla (Isee di 90.000 euro) e gli altri beneficiari (70.000 euro) della misura;  l’utilizzo del criterio cronologico di presentazione delle domande in caso di esaurimento delle risorse, invece di criteri basati sul disagio socio-economico e le modalità di riconoscimento delle condizioni di disabilità gravissima che rischiano di escludere alcuni soggetti”. Sono queste le principali motivazioni che hanno portato l’Associazione La Casa di Sabbia Onlus a impugnare davanti al Tar della Valle d’Aosta la delibera della Giunta regionale del 18 dicembre scorso, che riguarda la “Disciplina dei criteri e delle modalità per l’erogazione dei contributi a favore delle persone con disabilità gravissima o affette da sclerosi laterale amiotrofica (SLA)”.
“Questa deliberazione rappresenta il cuore del sistema di sostegno per le persone non autosufficienti in Valle d’Aosta.” ricorda l’Associazione che, nell’evidenziare alcuni “punti deboli”, ha fatto richiesta di accesso agli atti per capire “le motivazioni alla base di alcune scelte” compiute nella delibera dalla Regione.
L’Associazione appresa “la mancata condivisione del contenuto della deliberazione con la società civile” e “l’assenza di motivazioni in merito ad alcuni dei nostri rilievi”, ha quindi deciso di rivolgersi al Tar.
“In qualità di Associazione, preferiamo promuovere un dialogo preventivo e costruttivo, con l’Assessorato, piuttosto che ricorrere ad azioni legali.  – spiega ancora La Casa di Sabbia Onlus – Riteniamo che l’ascolto, il confronto e la collaborazione siano fondamentali per promuovere l’inclusione sociale e il rispetto dei diritti delle persone con disabilità, in grado di garantire il sostegno giusto alle persone, in termini di servizi, assistenza e opportunità”.

Persone non autosufficienti: novità e modifiche ai contributi concessi dalla Regione

19 dicembre 2023

Novità per gli assegni di cura per l’assistenza a casa, i contributi per il pagamento di rette in strutture socio-assistenziali, sociosanitarie e riabilitative, i contributi per persone con disabilità gravissima o affette da sclerosi laterale amiotrofica (SLA) e i contributi per il servizio di assistenza alla vita indipendente.
Dopo l’approvazione nei mesi scorsi in Consiglio regionale di alcune modifiche alla legge 23 del 2010, la Giunta regionale ha approvato ieri i criteri applicativi per l’erogazione dei benefici.

Assegni di cura a sostegno della domiciliarità delle persone anziane

Gli assegni di cura sono concessi a persone non autosufficienti di età pari o superiore a 65 anni, o minori in possesso della certificazione attestante l’handicap in situazione di gravità che concordano preventivamente con i competenti servizi socio-sanitari territoriali un progetto di assistenza a domicilio e che risultino essere residenti nel territorio regionale da almeno due anni dalla data di presentazione della domanda; residenti nel territorio regionale da meno di due anni dalla data di presentazione della domanda, ma che siano stati residenti nel territorio regionale, in modo continuativo, per un periodo non inferiore a cinque anni; anche non ancora residenti nel territorio regionale, ma domiciliate presso familiari con grado di parentela pari al primo, residenti nel territorio regionale da almeno cinque anni dalla data di presentazione della domanda, nelle more del perfezionamento del trasferimento della residenza da parte del beneficiario che dovrà avvenire, in ogni caso, entro sei mesi dalla data di presentazione della domanda.

L’assistenza domiciliare privata deve essere garantita da assistenti personali regolarmente iscritti all’Elenco Unico regionale degli assistenti personali.

Ai fini della determinazione della soglia di accesso al contributo e del suo importo si tiene conto dell’Isee socio sanitario del beneficiario del progetto, del minimo vitale del beneficiario. La soglia di accesso all’assegno di cura non può superare l’importo di 21.000 euro. In caso di assistente/i personale convivente/i e residente/i con il beneficiario, la scala di equivalenza terrà conto anche di tale persona, ma nei limiti di una unità. Se nel nucleo familiare risultante dall’ISEE di cui sopra sono presenti anche il coniuge a carico o figli a carico, deve essere garantita una situazione economica pari al minimo vitale stabilito per l’anno di riferimento moltiplicato per la scala di equivalenza ai fini Isee prevista per il numero di tali familiari a carico.

L’assegno può arrivare fino a 800 euro mensili per un minimo di 31 ore e una soglia di accesso di 6mila euro.

Contributi per il pagamento di rette in strutture socioassistenziali, socio sanitarie e riabilitative

I contributi sono concessi a favore di persone non autosufficienti: residenti nel territorio regionale da almeno tre anni dalla data di protocollazione della domanda; residenti nel territorio regionale da meno di tre anni dalla data di protocollazione della domanda, ma che siano stati residenti nel territorio regionale, in modo continuativo, per un periodo non inferiore a tre anni; residenti nel territorio regionale da almeno tre anni dalla data di protocollo e già inseriti in struttura con retta a totale carico dell’interessato e/o dei suoi familiari per un periodo di almeno due anni, che, per sopraggiunti motivi economici, presentano domanda di contributo e per i quali i competenti servizi socio-sanitari territoriali confermano il progetto di inserimento nella struttura, salvo che non esistano possibilità di inserimento in strutture pubbliche o i servizi suddetti valutino l’opportunità, per il benessere psicofisico dell’interessato, di permanere nella struttura privata;

In casi del tutto eccezionali è possibile derogare al requisito della residenza per le persone per le quali sia necessaria la collocazione in struttura che si trovino in particolare situazione di bisogno, essendo prive di un’adeguata rete di sostegno familiare e sociale, che versino in gravi situazioni di dipendenza, a seguito di valutazione da parte di apposita commissione medica competente, su proposta motivata del servizio sociale competente.

Per accedere al contributo il beneficiario deve: essere in possesso dell’attestazione Isee socio-sanitario residenziale o ordinario, (qualora non rientrante nei parametri per il rilascio dell’ISEE socio-sanitario residenziale) in corso di validità alla data di protocollazione della domanda; aver concordato preventivamente con i competenti servizi sociali territoriali progetti inerenti l’inserimento in strutture regionali o extraregionali qualora non siano disponibili posti in strutture pubbliche regionali adeguati, approvati dalle competenti unità di valutazione multidimensionale; essere in possesso dei requisiti di non autosufficienza certificata.

Il contributo è pari alla differenza tra l’importo della retta stabilita dalla Struttura ospitante e la quota di contribuzione a carico del beneficiario, determinata in base alle fasce di Isee. Ad esempio per Isee fino a 24mila euro, al netto della franchigia, l’utente pagherà la quota di contribuzione giornaliera in proporzione al valore Isee fino a un massimo di 65 euro.

Contributi per persone con disabilità gravissima o affette da sclerosi laterale amiotrofica

Sono destinatari dei contributi le persone in condizione di disabilità residenti nel territorio regionale che presentano i seguenti requisiti: persone, di età fino a 65 anni, con disabilità gravissima, che necessitano di assistenza vigile e continuativa nonché di sostegno intensivo, differenziato sulla base dell’intensità del sostegno necessario, per bisogni complessi derivanti dalle gravi condizioni psico-fisiche; ultrasessantacinquenni affetti da sclerosi laterale amiotrofica, da gravi forme di demenza o da morbo di Alzheimer;  antecedentemente al compimento del 65esimo anno di età, ossia per i quali la disabilità non sia determinata da naturale invecchiamento o da patologie legate all’invecchiamento.

Gli interventi soggetti a contributo sono: assistente personale o caregiver familiare.

Per accedere al contributo, la persona con disabilità residente nel territorio regionale deve essere in possesso di: certificato di invalidità rilasciato da una Commissione preposta all’accertamento dell’invalidità stessa (civile, del lavoro, di servizio, di guerra, ecc.), dal quale risulti che il richiedente è in condizione di disabilità gravissima, quindi gravemente dipendente a livello funzionale, e/o affetto da sclerosi laterale amiotrofica (SLA). La persona con disabilità deve essere titolare dell’indennità di accompagnamento o di certificato equipollente; certificazione attestante la situazione di gravità rilasciata dalla Commissione per l’accertamento dell’handicap; d. attestazione Isee per prestazioni socio-sanitarie, ristretto qualora il beneficiario ne abbia diritto, o del nucleo anagrafico del beneficiario in corso di validità e di valore pari o 21 inferiore a 70.000 euro e a 90.000 euro per i minori e le persone affette da Sla.

Il contributo è pari al 70% del costo complessivo per gli interventi che prevedono l’assunzione di uno o più assistenti personali.
Il contributo per il riconoscimento del lavoro di cura del caregiver familiare viene concesso con cadenza mensile ed è compreso fra un minimo di 440,00 euro ed un massimo di 2.000 euro, in base ai livelli di stadiazione, documento che attesta le condizioni bio- mediche di gravità, prendendo in considerazione sia i livelli di compromissione clinica che la relativa necessità di assistenza, corredandola anche al contesto in cui la persona vive, all’intensità di dipendenza funzionale, alla presenza o meno di facilitatori.

Contributi per il servizio di assistenza alla vita indipendente

Sono destinatari del contributo le persone in condizione di disabilità residenti nel territorio regionale, con handicap grave, di età compresa tra diciotto e sessantacinque anni.

Per accedere al contributo, la persona con disabilità residente nel territorio regionale deve essere in possesso di: certificato di invalidità rilasciato da una Commissione preposta all’accertamento dell’invalidità stessa (civile, del lavoro, di servizio, di guerra, ecc.), certificazione attestante la situazione di gravità rilasciata dalla Commissione per l’accertamento dell’handicap ai sensi della legge 104/1992; avere un’età compresa fra i diciotto ed i sessantacinque anni;. aver assunto o avere l’intenzione di assumere uno o più assistenti personali ai sensi del contratto collettivo nazionale di lavoro colf e badanti, iscritti al registro regionale degli assistenti personali. Tali assegni non sono erogati qualora l’assistente personale sia il coniuge derivante da matrimonio o unione civile, un parente o un affine entro il terzo grado della persona da assistere; e. attestazione Isee per prestazioni socio-sanitarie, ristretto qualora il beneficiario ne abbia diritto, o del nucleo anagrafico del beneficiario del servizio in corso di validità e di valore pari o inferiore a 40.000 euro.

Il contributo è pari al 70% del costo complessivo del servizio di assistenza alla vita indipendente per le persone che usufruiscono dello stesso e che presentano un Isee pari o inferiore a 20.000 euro e al 50% per coloro che presentano un Isee superiore a 20.000 euro e pari o inferiore a 40.000 euro. 2. Il limite massimo annuale è fissato in un importo pari a 12.000 euro.

“Abbiamo aumentato le misure e le risorse a sostegno dell’inclusione sociale e della vita indipendente, sottolinea l’Assessore Carlo Marzi, alla domiciliarità, all’assistenza alle persone con disabilità e disabilità gravissima, anche cognitiva. Con l’aggiornamento in Consiglio della legge 23, il Testo unico in materia di interventi economici di sostegno e promozione sociale, abbiamo incrementato gli importi degli assegni di cura per le spese di assistenza di familiari anziani e minori con disabilità grave, rendendo maggiormente sostenibili per le famiglie le spese per mantenere a domicilio i propri cari che necessitano di aiuto. Nel contempo, sempre per favorire la domiciliarità, abbiamo ridotto il requisito della residenza da 8 a 5 anni ed elevato le soglie ISEE per aumentare la possibilità di accesso ai contributi, incrementando anche l’attenzione alle persone con disabilità gravissima.”

“Come approfondito anche in Consiglio -prosegue l’Assessore – abbiamo inoltre esteso i contributi per la vita indipendente a tutte le forme di disabilità, non più solo a quelle di tipo fisico e sensoriale, e abbiamo reso più favorevole il calcolo dei contributi per il pagamento di rette in strutture socio-assistenziali, sociosanitarie e riabilitative, escludendo le indennità di accompagnamento e altre indennità di sostegno personale. Rimane prioritario garantire una presa in carico interdisciplinare, un modello che abbiamo avuto modo di riaffermare anche in occasione della giornata internazionale dei diritti delle persone con disabilità dello scorso 3 dicembre, insieme all’Unità di Valutazione Multidimensionale e agli Assessorati regionali che trasversalmente si occupano, a vario titolo, delle persone in difficoltà”.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito è protetto da reCAPTCHA e da Googlepolitica sulla riservatezza e Termini di servizio fare domanda a.

Il periodo di verifica reCAPTCHA è scaduto. Ricaricare la pagina.

Vuoi rimanere aggiornato sulle ultime novità di Aosta Sera? Iscriviti alla nostra newsletter.

Articoli Correlati

Fai già parte
della community di Aostasera?

oppure scopri come farne parte