L’ospedale “Parini” ha una nuova Terapia intensiva

Presentata oggi, la struttura è in funzione da lunedì. 12 i posti letto (rispetto ai 10 di prima), più larghi, e una dotazione tecnologica di ultima generazione. Oltre tre i milioni di euro per l'intervento - finanziati dall'Azienda Usl -, per nove mesi di lavoro.
Sanità

Un intervento da oltre 3 milioni di euro, finanziati in toto dall’Usl, spazi raddoppiati rispetto al passato, 12 posti letto invece di 10 (e da 50 centimetri in più per ogni posto), ed un rinnovamento totale, tecnologico e non solo. È stata presentata oggi, giovedì 15 febbraio dopo nove mesi di lavori, la nuova Terapia intensiva dell’ospedale “Parini” di Aosta.

Il progetto finale prevede circa 900 metri quadrati, mentre al momento – il nuovo reparto è operativo da lunedì 12, con il trasloco dei pazienti dal “Triangolo” – sono ancora in corso i lavori su 400 metri quadrati circa che ospiteranno i locali per i familiari dei degenti, per i colloqui, e gli uffici. La parte di degenza della nuova Terapia intensiva si trova sul lato opposto dell’alaCrispetto al vecchio reparto.

“Perché fare un intervento di questo tipo con la prospettiva di avere, in tempo medio, un novo ospedale – spiega il direttore generale Usl Massimo Uberti –? Perché non si possono fermare gli ospedali in attesa della realizzazione dei nuovi, perché diventerebbero inadatti a garantire le cure necessarie e sarebbero fuori norma. Per questo, continuiamo a fare investimenti. Che ci siano due posti letto in più nella nuova Terapia intensiva è solo un valore aggiunto di un intervento molto più complesso ed efficace per la qualità delle cure e dell’assistenza”.

La nuova struttura, oltre ad essere stata completamente rinnovata negli spazi e nelle tecnologie, è ora dotata di apparecchiature e sistemi di ultima generazione tra cui un sistema di ventilazione forzata all’avanguardia che garantisce il bio-contenimento, separato e autonomo, per ciascuno dei quattro ambienti di degenza: l’area a sei letti, quella a quattro e le due aree singole per l’isolamento. A questo si aggiunge una Control Room per il monitoraggio costante di ogni paziente tramite telecamere e sensori.

“È un momento di assoluta soddisfazione – ha spiegato l’assessore alla Sanità Carlo Marzi –. Andiamo ad inaugurare una parte importante dell’ospedale che ha visto tanti sacrifici e un importante impegno organizzativo e finanziario. Non c’è bisogno di ricordare come, negli ultimi anni, abbiamo potuto toccare con mano la centralità dell’urgenza”.

Una struttura flessibile

“Questo è un traguardo importante per l’Azienda – ha detto invece Luca Montagnani, Direttore della Struttura complessa Anestesia e Rianimazione e del Dipartimento di Emergenza, Rianimazione e Anestesia –. Questa Terapia intensiva è stata realizzata con tutte ultime tecnologie. Per questo, io parlerei di una nuova Terapia intensiva, creando una nuova zona in un’area esterna all’ospedale per aumentare gli spazi, modificando anche i muri perimetrali”

Con un obiettivo: cambiare gli schemi di una “tradizionale” rianimazione. “La filosofia deriva da quanto ci ha insegnato la pandemia – ha aggiunto il direttore del Dera –, ovvero che non bisogna avere schemi mentali rigidi, serve flessibilità organizzativa e capacità di modificarsi in base alle situazioni e saper cogliere i segni di cambiamenti in ambito sanitario. E adattarci e farlo nel minor tempo possibile. Questo, per garantire una risposta adeguata e tempestività nelle cure”.

“Gli impianti tecnologici permettono una gestione dell’aria e della pressione completamente autonome – sempre Montagnani –. Possiamo così decidere di modificare solo un flusso d’aria, creare un bio-contenimento isolato nella stessa Terapia intensiva, a seconda del tipo di malato. Questa organizzazione, in un solo luogo, ci permetterà di avere anche un riguardo migliore nei confronti delle risorse umane del Dipartimento, che prima dovevano adottare soluzioni organizzative che impattavano sulle altre organizzazioni del Dipartimento stesso”.

Non solo: “Dal punto di vista strutturale il nuovo reparto è migliorato molto – dice invece Elisa Pitzalis, coordinatrice infermieristica della Terapia intensiva –. Ogni posto letto è stato ingrandito, è migliorata l’accoglienza del paziente e dei familiari, così come la luminosità agevolando la luce naturale per aumentare il comfort. Per la luce artificiale è stato invece installato un sistema che rispetta il ritmo circadiano dei degenti. E questo è un miglioramento non solo per il paziente ma anche per le condizioni di lavorative”.

Il “nodo” del personale

Il personale della Terapia intensiva dell'ospedale "Parini"
Il personale della Terapia intensiva dell’ospedale “Parini”

Le nuove possibilità della struttura si “scontrano” con un “nodo gordiano” della sanità, non solo regionale. Quello che riguarda la carenza di personale.

“La nuova Terapia intensiva offre nuove possibilità di lavoro – aggiunge invece Monica Meucci, Responsabile della Terapia intensiva –. È importante che ci siano i nuovi ventilatori ed un nuovo nuovo monitoraggio, ma come abbiamo visto durante la pandemia è fondamentale personale medico, infermieristico e di tutti gli operatori sanitari. Ben vengano i due posti letto in più, ma serve anche il personale, soprattutto infermieristico, per lavorare con serenità. È bisogno che ha tutto l’ospedale e tutta la sanità, non solo valdostana. Siamo contenti di essere nella nuova Terapia intensiva, anche se il periodo dei lavori è stato comunque pesante. Il ‘Triangolo’ è servito tantissimo, ma era provvisorio e presentava una serie di difficoltà nel lavoro quotidiano”.

A riguardo, aggiunge Montagnani, “il personale Dera ha ricevuto sette nuovi infermieri nell’ultimo periodo. Non è facile trovare nuovi professionisti, e questo dimostra attenzione dell’Azienda, che sta facendo tutto il possibile ma non può certo costruirli con la stampante 3D”.

Anche perché “abbiamo fatto recentemente un concorso, e stiamo attingendo a tutto il personale in graduatoria – ha aggiunto Uberti –. Ma, per mettere un infermiere in Rianimazione serve un periodo di formazione data la delicatezza di un Dipartimento così complesso. Quindi, si fanno ruotare sotto tutor, con del personale più esperto”.

E il “Triangolo”? “Tornerà al suo scopo originario – chiude il direttore generale –: quello di diventare una Rianimazione in caso di un’ondata pandemica devastante, che nessuno si augura. La nuova Terapia intensiva ci permetterebbe anche di avere pazienti Covid dato che è possibile isolare nello stesso reparto, senza doverne chiuderne altri”.

Da sx: Occhi, Marzi, Uberti, Montagnani, Meucci e Pitzalis
Da sx: Occhi, Marzi, Uberti, Montagnani, Meucci e Pitzalis

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