Non siamo mai abbastanza consapevoli di quanto basti un momento inatteso e imprevisto in un giorno qualunque per cambiare improvvisamente una vita, ma non per forza in negativo. Il mio è arrivato l’8 febbraio 2023. Era un mercoledì. Di quel momento ho alcuni ricordi nitidi e indelebili e altri confusi e assenti. Erano giorni che avevo il raffreddore che non mi lasciava tregua, poi un orecchio ha iniziato a farmi male. Pensavo si trattasse della solita otite a cui sono soggetta fin da bambina. Quella mattina avevo appuntamento con il dottor Vono, ma alle 5.45 mi sveglio di colpo e corro in bagno. Vomito. Mio marito Claudio è preoccupato e non vuole andare al lavoro. Io lo tranquillizzo, lo convinco ad uscire e mi sdraio sul divano.
A poco a poco perdo i sensi ed è qui che i ricordi diventano sempre più sfuocati. Mi ritroverà mia nuora Vanessa, qualche ora dopo, rigida e priva di conoscenza. Arriva prima l’ambulanza e poi l’elisoccorso. Da Issime mi portano all’ospedale Umberto Parini di Aosta. La diagnosi è setticemia e meningite, due diverse infezioni da due batteri distinti. Con prontezza mi iniettano l’antibiotico per fermare l’infezione e dopo un po’ di tempo mi risveglio in un letto di ospedale del reparto Infetti.
Mi ricoverano per una settimana prima di mandarmi per 15 giorni nella Rsa di Perloz per la fine delle cure. Ne esco indenne e dopo qualche mese torno alla mia vita di sempre, riprendendo il lavoro all’ufficio postale.
Perché allora parlare di cambiamento? Mentre il mio corpo riacquistava le forze sentivo crescere dentro un’altra me. È come se questa vicenda mi avesse fatto aprire gli occhi sulla vita vera, quella in cui sono le cose che contano ad avere un valore e non quelle banalità in cui spesso ci perdiamo.
Mi sono avvicinata alla lettura, che mi accompagna in tutte le mie giornate, e mi piacerebbe poter viaggiare di più. Il mio caso lo considero un successo clinico e io ho voluto scrivere queste righe prima di tutto per ringraziare il personale dell’ospedale Umberto Parini di Aosta – in particolare, la dottoressa Silvia Magnani, la dottoressa Joanna Malgorzata, le infermiere e le oss – e quello della rsa di Perloz per essersi presi cura di me con professionalità e umanità.
Un ringraziamento particolare va anche al dottor Pietro Vono, che mi ha seguita in tutte le fasi della mia convalescenza, alla dottoressa Annalisa Curtaz che mi segue tutt’ora, e a tutti i miei familiari, amici e colleghi. Sono tante le persone che mi sono state vicine anche solo con il pensiero in questo difficile momento della mia vita, dimostrando affetto e disponibilità. Essendo anche una mamma, vorrei approfittare di questa lettera per lanciare un messaggio, in particolare ai giovani. Prendetevi cura di voi e del vostro corpo, mantenetelo sano e senza vizi, fate attività fisica, non per forza uno sport ad alti livelli, basta un passeggiata o un giro in bicicletta tutti i giorni. Essermi sempre presa cura di me mi ha aiutata a superare questa prova uscendone più forte di prima ma allo stesso tempo mi ha fatto capire che la nostra salute è la cosa più preziosa che abbiamo e non va trascurata. Non dimentichiamocelo mai.
Infine, voglio sottolineare che io sono un successo clinico dell’ospedale Umberto Parini di Aosta.
Grazie e grazie ancora.
Lorenza Vairos