Quindici Coppe del Mondo e tre medaglie olimpiche (giovanili). E una Coppa del Mondo donne vinta da tecnico. Simone Origone, Giorgia Collomb e Fabio Cianciana sono stati i protagonisti della conviviale di aprile del Panathlon du Val d’Aoste: un campionissimo dello sci di velocità, un talento emergente dello sci alpino e un tecnico della squadra maschile (e di Dorothea Wierer) del biathlon.
“Prendo tutte le mie gare cercando di divertirmi e di essere leggera – dice Giorgia Collomb -. Anche alle olimpiadi, nella combinata, dopo il SuperG che non era andato come volessi, ho solo cercato di godermi la manche di slalom”. Ha le idee chiare, Giorgia: 18 anni da compiere, una testa solida e una metodologia di lavoro insegnatale da papà Daniele. “Cerco di godermi ogni momento della mia nuova vita. Ho girato il mondo ed è stato entusiasmante. La strada per crescere è ancora lunga, ne sono consapevole. Non ho fretta di crescere”.
“Se Giorgia è una delle giovani della Fisi, io sono senza possibilità di essere smentito il nonno. Ma non ho mica intenzione di smettere qui – racconta Simone Origone -. Sento di avere ancora molto da dare a questo sport e, se come dicono i francesi che lo danno per assodato, sarà sport olimpico nel 2030 non potrò mica perdermi l’occasione della vita. In fondo avrò solo 51 anni”.
Il sogno olimpico è, anche il traguardo di Fabio Cianciana. “È da tre anni che sono con la squadra di Coppa del Mondo e che mi occupo degli uomini e di Dorothea Wierer. Il nostro gruppo è come una famiglia, anche piuttosto grande: cresciamo insieme e tutti quanti sono contenti dei risultati ottenuti da ogni componente del gruppo. L’Italia del biathlon non ha mai vinto una medaglia d’oro alle olimpiadi: dovessimo riuscirci potrebbe essere la volta buona che smetto”.
Milano-Cortina 2026 è dietro l’angolo: per Cianciana il pass è già conquistato. Collomb cresce, ma è ancora giovane e può puntare a quelle del 2030 quando avrà 24 anni. E potrebbe trovarsi in compagnia di Simone che, quest’anno, diventerà anche papà.